TREVISO. Tony ha vissuto in gabbia, per 15 anni, nel canile. Senza una famiglia che volesse tenerlo con sè fino a due anni fa, quando Marisa lo ha accolto in casa. Gli ultimi anni di gioia di una vita triste che lo ha reso il simbolo della campagna #adottiamoli dei volontari del Rifugio per cani di Ponzano. Alla sua morte la figlia di Marisa ha preso carta e penna immaginando cosa avrebbe voluto dire il suo piccolo Tony a sua madre.
Ciao mamma, Sanno che ho membra stanche e occhi appannati...ma si vocifera che di là, dove dovrò arrivare, tornerò in forze e non sentirò piu le fatiche di questi ultimi giorni. Sono un po' disorientato qui, senza di te. Cerco il tuo odore ma lo sento sempre più lontano. Ho tanta paura di perderlo...che, leggero, impalpabile e volatile, evapori. Così lo conservo stretto nei miei ricordi, ché io non lo voglio dimenticare.
Sono un vecchio cane, mamma, e un po' mi vergogno a parlare come un bambino...ma ho ancora questi passi lenti da percorrere e voglio passeggiare con te nel cuore fino a quel ponte. Dall'alto dei miei diciotto anni la memoria mi farà qualche sgambetto, ma voglio provare a salutarti così, raccontandoti la mia vita e la mia non vita...fino a questo giorno. Sono nato nel lontano 1998, non so bene quando, ma poco dopo è arrivata la primavera. Ero un cane vivace e pieno di energia, amavo correre e giocare e a volte, lo ammetto, combinavo qualche piccolo guaio. Non so se sia stato condannato per questo, ma so che di colpo il mondo mi ha ingannato e lo spazio intorno a me ha perso ogni profumo, qualsiasi colore.
Avevo appena un anno quando sono entrato in rifugio. Volevo ancora correre e giocare, ma lo spazio mancava li dentro. Un pavimento grigio e duro mi ha fatto dimenticare il piacere di rotolare sull'erba soffice, delle pareti di gabbia, ancor piu grigie, mi hanno impedito di correre più a perdifiato verso il sole. Ho pensato a lungo a cos'avessi fatto per meritarlo...avevo tempo li dentro, e i pensieri mi divoravano. Mi sono chiesto se al mondo non ci fosse davvero un piccolo posto per me, diverso da una prigione.
Non trovando risposte, ho creduto infine di essere io il problema. Forse ero troppo brutto. (...) Oppure, forse, troppo vivo. Si perché qualcuno con me ci ha provato. Un paio di volte mi hanno portato a casa ma non stavo a tutte le regole e pazienza per me non ce n'era. Così sono tornato qui dentro...per aver rincorso un pollo. Si, lo so che non si fa. Ma sapete cosa vuol dire per un cane uscire da un recinto e vedere un prato aperto, sconfinato, pieno di piume che si muovono? È stato più forte di me cercare di acchiapparle, come bolle di sapone per un bambino. Io non sapevo di sbagliare.

Tony, 15 anni nel canile
Fatto sta che poi è passato un anno, e poi ne è passato un altro, e poi ne sono passati quindici. Quindici lunghissimi anni. Avevo un triste primato lì al rifugio: il cane più recluso di tutti. Nessuno aveva abitato quelle gabbie più di me, nessuno più di me aveva cercato tra gli uomini lo sguardo giusto, quello della svolta, senza mai trovarlo. Ho visto amici andare e venire, qualcuno anche morire, ma io ero un guerriero con la mimetica e di morire la dentro non volevo saperne. Ti dirò mamma, che a poco a poco perdevo la speranza di uscire da lì, ma non ho mai perso il sorriso, non ho mai perso la fiducia nelle mani dell'uomo. Sono rimasto un cane vivace anche dopo tanto dolore e tante disillusioni...forse questo mi ha salvato e portato fino a te.
Si, perché dopo tanto, sei arrivata.
Ricordo quei giorni. La prima volta che ho annusato il tuo profumo. Era luglio di due anni fa e il vento caldo dell'estate lo ha portato fino alla mia vecchia cuccia. Era un odore che mi accarezzava, fin da allora.
Sentivo una strana vibrazione nell'aria, ma sai mamma, spesso mi ero illuso e spesso ero stato deluso.
Poi d'un tratto sono stato spostato in una gabbia più grande con un tizio a tre zampe, che poi è diventato mio fratello Gregg.Ti ho vista entrare un giorno di fine luglio, che mi sembravi un angelo. Ho cercato di conquistarti con ogni mia forza, scalciando quel moretto che guardavi con più amore di me. Era la mia ultima possibilità, lo sentivo.
Non ti potevo perdere. Ho visto un uomo con la barba venirti vicino e vi ho sentiti parlare di me. Ho capito subito che lui tifava per me perché raccontava un sacco di storie...mi dipingeva come il più bel cane del mondo.
Tu nel frattempo mi spazzolavi e ti disperavi perché dovunque perdevo ciuffi di pelo grigio, ma non sapevi che quello era il mio modo di abbandonare la divisa in trincea, il mio modo di lasciarmi quel fardello alle spalle.
Io sentivo che era il momento, come l'ho sentito oggi, che la pace arrivava, che non mi sarei più confuso e mimetizzato in una gabbia. Da quel giorno il mio manto ha brillato e io non ho mai più perso un solo ciuffo di pelo.
E poi...poi il mio viaggio più bello. Quello verso la libertà. Con te vicina, sempre bella come un angelo, forte come me.Siamo atterrati giù da un mezzo veloce ed era erba. Le mie zampe non credevano alle loro sensazioni ma quella era erba vera ed era per me. Quella era una casa, la mia. Ora non sto a raccontarti il resto dei giorni, perché tu li sai, sei sempre stata con me. Ma mi resta ancora qualche minuto per passare oltre il ponte e voglio passarlo ancora parlare con te del mio tempo da quando invece sei arrivata tu, della mia rinascita, dei miei ricordi più belli. Non se la prendano gli altri ma io ora voglio ringraziare te, che più mi hai amato, che più ho amato. Per il senso di pace che la tua presenza mi dava.
Per l'erba di casa, Per i migliori bocconi, che mi mettevi da partePer Gregorio e Carnevale, che da quando è diventato nostro fratello non ha mai smesso di farmi da guida...beh, mamma, non potevi donarmi fratelli migliori, sempre con me.Per tutti i guai che da povero vecchio so di aver combinato e per tutte le volte che, invece di un rimprovero, ho incontrato un sorriso e un perdono. Ti ringrazio per l'odore di bucato pulito, per i cuscini morbidi, per il caldo d'inverno e il fresco d'estate. Per le tue mani, che mi hanno accarezzato fino all'ultima notte...per l'amore e la tenerezza che avevano dentro in tutte le dita. Perché so che non mi dimenticherai, come del resto io farò con te.
Tu non piangere più, perché oltre quel ponte io tornerò forte e vigoroso. Sento già le gambe sostenermi di più, vedo ancora più colori, ancora più profumi e so che è il momento di dirti 'arrivederci'. Quando un giorno arriverai, io sarò qui ad aspettarti, con tutta la gratitudine che il mio cuore di cane saprà esprimerti.Ti aspetto più tardi che mai, io starò bene, fallo anche tu.
Per sempre con te, che tanto mi hai amato, che tanto ho amato