Addio a Franco Pascoli ampliò il Tenni per la serie A

Tanti i suoi progetti: fece  gli stadi di Oderzo e Vittorio le piscine di Montebelluna e il Palacicogna di Ponzano Il Coni lo chiamò come tecnico

Un professionista d’altri tempi, capace di unire dedizione e capacità ad una profonda umanità. Con lo stesso sorriso che l’ha contraddistinto fino all’ultimo. È mancato giovedì mattina, all’età di 90 anni, l’ingegner Franco Pascoli. Da inizio anno si trovava nella casa di cura di Dosson, visto l’aggravamento delle sue condizioni di salute. Personalità conosciutissima in città e in tutta la Marca, era stato il fondatore dello studio di ingegneria e architettura Pascoli, con sede prima in centro nella zona dell’ex questura e poi - dov’è tutt’ora - in viale della Repubblica. Portano la firma di Pascoli moltissimi progetti legati all’impiantistica sportiva. Suo il Palacicogna di Ponzano, le piscine di Montebelluna e il natatorio olimpionico di Lignano, gli stadi di Oderzo e Vittorio Veneto. L’ingegnere, peraltro, era stato nominato dal Coni come tecnico referente sia a livello provinciale che regionale. Ma il suo studio, condotto con il fratello Giampaolo e oggi in mano al nipote Marco, ha spaziato comunque in tutti i settori, dall’edilizia residenziale a quella scolastica e ospedaliera, dalle opere stradali ai centri benessere e villaggi turistici. E nella Treviso degli anni 90 fu lo stesso Pascoli a venire interpellato, come consulente esterno, dall’amico Toni Follina per il progetto del nuovo stadio di calcio che sarebbe dovuto sorgere in viale Europa. Poi non se ne fece e nulla. Sua, comunque, la firma dell’ampliamento dello stadio Tenni per la serie A. «Entrammo subito in empatia, con lui era semplice, aveva un carattere allegro e spiritoso», ricorda lo stesso architetto Follina, «non ci vedemmo per anni ma quando mi presentai da lui per chiedergli aiuto non esitò ad accogliermi come ci fossimo visti il giorno prima. Nel suo lavoro era uno specialista: la sua amicizia, anche in tempi recenti, mi ha portato ad un continuo arricchimento professionale».

Appassionato di montagna e mare - prese addirittura il brevetto da sub dopo i 70 anni - era membro del Panathlon. Al suo fianco è sempre rimasta la moglie Donatella, dedicandogli fino all’ultimo energie ed attenzioni, con i figli Bobo e Paola. —

A.B.V.

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