A Volpago spuntano resti di mosaici romani e di un antico rustico

Nuovi reperti dai cinque scavi diretti dalla Soprintendenza Non si esclude che in zona ci fosse una vera e propria villa

VOLPAGO. Nella zona del sacello di Santa Cecilia a Volpago si trovano testimonianze di millenni di storia del territorio, in particolare i resti di una villa romana. La zona non è stata teatro di combattimenti durante il primo conflitto mondiale ed è diventata luogo di sepoltura per chi ha perso la vita combattendo tra il Piave ed il Montello.. In loro ricordo è stato realizzato il sacello nelle cui vicinanze, negli anni ’80, uno scavo eseguito dal Gruppo Archeologico Montelliano aveva già individuato le rovine di un muro di epoca romana.

Nelle scorse settimana però la Sovrintendenza per l’archeologia, il paesaggio, e le belle arti, per l’area metropolitana di Venezia e le provincie di Belluno, Padova e Treviso, ha fatto eseguire dei saggi di scavo nell’area che si trova nella frazione di Selva.

Ne sono uscite importati novità: sotto il terreno è quasi certamente nascosto quello che resta di una villa romana. Questi antichi complessi architettonici avevano una parte della loro volumetria usata per la gestione di una grande azienda agricola, la cosiddetta pars rustica, e un’altra area riservata alla vita privata e sociale dei ricchi proprietari. Probabilmente proseguendo gli scavi si potranno trovare testimonianze di entrambe le strutture.

A far ben sperare è quello che è stato scoperto finora. «Sono rimaste importanti strutture murarie. La messa in luce di elementi architettonici relativi a lavorazioni, come forse una vasca, rende molto probabile la presenza di un complesso produttivo, ma non si esclude l’esistenza di una parte residenziale che doveva occupare tutta l’area, forse dotata di ambienti riscaldati a ipocausto e decorati a mosaico di cui sono state recuperate numerose tessere», spiega l’assessore alla Cultura, Alessandro Mazzochel che sta per lasciare il suo incarico per candidarsi a sindaco di Giavera.

I lavori, diretti scientificamente dal funzionario della Soprintendenza, Matteo Frassine, sono stati eseguiti da personale dell’impresa bolzanina Se. Arch. Srl sotto la direzione tecnica di Stefano Di Stefano.

I risultati del loro impegno, frutto di cinque scavi in altrettante aree sondate, sono promettenti, ma non dicono ancora tutto il possibile sulla storia antica della zona.

L’amministrazione del sindaco Paolo Guizzo spera che la campagna archeologica continui portando alla luce un tesoro storico per il territorio.

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