A Conegliano chiude anche il sushi premiato da Tripadvisor: "Troppa concorrenza"

Ikki Conegliano: «Troppa concorrenza». Non ha retto all'apertura di otto ristoranti "All you can eat" a Conegliano e dintorni. Salutano pure profumeria Aurora e Roccatello

CONEGLIANO. Non solo i negozi abbandonano la città, ma anche le attività di ristorazione. Sabato scorso ha chiuso la profumeria Aurora nella galleria di via Cavour accanto a piazzetta Duca d’Aosta, dove ci sono altri spazi commerciali in affitto. Questa invece sarà l’ultima settimana per Ikki Conegliano, il primo sushi aperto in città sei anni fa, quattro stelle sulle recensioni di Tripadvisor e secondo molti avventori il miglior ristorante giapponese della zona. Chiude per la concorrenza attorno a Conegliano, ma rimarrà aperto nelle sedi di Sacile e Vittorio Veneto.

«Siamo stati i primi ad aprire – spiegano da Ikki sushi, comunicando su Facebook la chiusura definitiva del ristorante, che abbasserà definitivamente le serrande il 3 dicembre - oggi a Conegliano ci sono 8 “all u can eat” 2 ristoranti normali, 2 che fanno asporto e consegne ed un altro in apertura a Susegana. Da cucina di élite e qualità si è trasformato in un prodotto di massa, oggi andare a mangiare al Mc o al giapponese non fa più alcuna differenza. A malincuore quindi vendiamo».

Il locale si trova in via Colombo, mentre dall’altra parte del parco Mozart, in via Garibaldi, è iniziata la liquidazione per chiusura, dopo sessant’anni di attività, del negozio di “Roccatello casalinghi”. Sabato invece poco distante, nella galleria di via Cavour, ha chiuso la profumeria Aurora, che fa parte del Gruppo Vega. Sotto l’insegna de Il Tulipano, il Gruppo Vega mantiene il negozio che si trova lungo la Pontebbana alle porte della Città del Cima, al confine con San Vendemiano.

La statale Pontebbana è sempre più un grande centro commerciale diffuso, dove non solo si collocano i veri e proprio centri commerciali, come il Conè di Campolongo e il ParcoFiore di Castello Roganzuolo, ma anche tutti i negozi delle grandi catene, comprese quelle della ristorazione. Il centro storico invece soffre, ha sempre più vetrine “affittasi”, e si ripetono i gridi d’allarme, spesso inascoltati, da parte degli operatori commerciali e delle loro associazioni di categoria.

 

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