Zanetti-Bologna, l'affare è fatto

Nuova presidenza al tycoon trevigiano del caffè
NUMERO UNO. Massimo Zanetti
NUMERO UNO. Massimo Zanetti
 BOLOGNA.
Giovanni Consorte chiude a sei giorni dal Natale l'operazione Bologna Calcio, regala le chiavi della società a Massimo Zanetti e risparmia alla città il fallimento del club. Finisce dopo sei mesi la breve e travagliata "era Porcedda".
 L'immobiliarista sardo esce di scena, mai rimpianto, lasciando il posto al trevigiano proprietario della Segafredo che, a capo di una cordata di imprenditori bolognesi, sarà il quinto presidente rossoblù negli ultimi cinque anni. L'accordo arriva dopo settimane di trattative, depistaggi, annunci e repentini stop. Con, da un lato, una squadra che continuava a scendere in campo senza stipendi, penalizzata in classifica e priva di riferimenti societari. Dall'altro, investitori che, a vario titolo, si sono dichiarati'salvatori' del Bologna vicino al crac. Una gara che alla fine è stata vinta da quella che lo stesso braccio destro di Porcedda, Silvino Marras, aveva definito «l'unica soluzione percorribile». «Abbiamo concluso un'operazione di amore per la città e per il Bologna. Non c'entra la politica, nè gli interessi immobiliari», ha detto Consorte. «Noi abbiamo portato avanti una proposta professionale. Avevamo chiaro che ci volevano 13 milioni cash. E che bisognava sistemare i debiti pregressi della società. Tutte le altre soluzioni non erano percorribili», ha confermato. L'ex numero uno di Unipol, che dovrebbe entrare in società con una quota, ha fatto il regista con la sua banca d'affari, prima ricevendo il mandato di cercare acquirenti da Sergio Porcedda e da Renzo Menarini, titolari dell'80% e del 20% delle quote. Poi, rimesso il compito, ha raggruppato soci e portato avanti in prima persona le schermaglie con l'immobiliarista. Ora l'ex presidente verserà nelle casse del Bologna 7,6 milioni, il debito con la società, tramite i suoi alberghi in Sardegna. Altri quattro li metteranno i Menarini, famiglia di costruttori che a lui si affidò in estate, per poi rinfacciargli di non aver mai tirato fuori un solo euro. Resta da capire come gli sia stato possibile inserirsi dal nulla nel mondo del calcio, prendere una squadra, fare tutto sommato un buon mercato, senza aver le finanze per la serie A. Una vicenda che, vista soprattutto la voce circolata per cui Porcedda avrebbe girato dalle casse del club alle sue società tre milioni, ha attirato l'interesse della Procura. Diverso e ben più solido il biglietto da visita di Zanetti. «Chi ha salvato il Bologna merita un applauso - ha detto di Zanetti, Malesani - Bologna aveva bisogno di un personaggio così».

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