Vale, la bodybuilder che sogna l’America

Zamperoni tra azienda, palestra e le vittorie ai concorsi «Ora i premi alla Venice Cup, in futuro il Masters Olympia»

VIDOR. La sveglia è alle 6, ogni giorno. C’è l’azienda di famiglia da portare avanti, se serve macinando chilometri per le consegne. Ma Valentina Zamperoni, classe 1994 di Vidor, le stesse tenacia e forza di volontà che mette alla Zamperoni srl – ditta che si occupa di meccanica di precisione e produce coclee (componenti per stufe) per mezzo mondo nella sede di Crocetta, dove lei fa un po’ da tuttofare – le proietta nel mondo dello sport. Una disciplina non scontata la sua, che parla di bellezza, quasi in antitesi rispetto agli stereotipi rivolti talvolta a chi, ogni giorno, si sporca le mani su un camion, come fa Valentina quando – uscendo dall’ufficio commerciale-amministrativo in cui cura i rapporti con Italia ed estero – sale su un autocarro di quattro metri. Eppure riesce a fare entrambe le cose, coniugando il lavoro con quasi 10 ore di allenamento a settimana nella palestra di Colbertaldo.

Il suo mondo parla infatti anche di bodyuilding, che nelle ultime settimane l’ha vista togliersi parecchie soddisfazioni, arrivando a medaglia. A metà novembre all’Olympia Amateur di Campodarsego, competizione internazionale targata Ifbb (International Federation of BodyBuilding & Fitness) in cui ha fatto il proprio debutto assoluto su spinta della coach Cristiana Casoni: è arrivata seconda nella categoria Novice B (dedicata a chi saliva per la prima volta su un palco, “b” per la categoria d’altezza). Il 2 dicembre, invece, alla Venice Cup sempre della Ifbb – sotto gli occhi del culturista americano Kai Greene, tra i più conosciuti nel panorama mondiale – sono arrivati due traguardi. Il primo con il terzo posto della Novice B, il secondo entrando nella classe top5 della Woman’s Bikini, sbaragliando la concorrenza. I primi passi nel bodybuilding, insomma, si stanno rivelando per niente banali. «In nessuna delle due gare contavo di arrivare così in alto» spiega Valentina, «per me si trattava in tutto e per tutto di un esordio, è stato davvero emozionante. La dedica? Ai miei genitori: alla Venice Cup non sono potuti essere presenti, ma era come se fossero con me, quando ci siamo sentiti al telefono mi sono commossa».

Per lei, d’altronde, che alla sala pesi della Bodystarfit di Giulia e Maurizio a Colbertaldo si è avvicinata con la semplice idea di mettersi in forma, ora è tutto cambiato. «All’inizio volevo semplicemente diventare come Belen, ora penso di poter dire che la batto» scherza Valentina, «il sogno? Gareggiare alla Masters Olympia negli Stati Uniti». Nel frattempo l'impegno resta lo stesso. E parte da azienda e palestra. —

Alessandro Bozzi Valenti

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