TvB, Pasquini si presenta: «Puntiamo al salto di qualità»

Il nuovo general manager della Nutribullet si presenta dopo l’insediamento. «Entro in punta di piedi, se ci sarà un sistema chiaro ci toglieremo soddisfazioni»

Federico Bettuzzi
Federico Pasquini, nuovo general manager del Treviso basket
Federico Pasquini, nuovo general manager del Treviso basket

Con garbo e rispetto ma anche con idee chiare e un metodo di lavoro collaudato. Così si presenta Federico Pasquini, nuovo general manager della Nutribullet.

Appena insediato nel suo ufficio, il dirigente emiliano si è prontamente messo al lavoro per programmare la prossima stagione: «Ho subito capito di essere all'interno di un'ottima organizzazione – rivela Pasquini –. In Treviso Basket ho trovato persone capaci e una struttura societaria in cui ognuno sa quali siano le proprie competenze. Siamo al giorno zero, in questa fase si compie la valutazione sulle situazioni contrattuali e sulle strategie future. Voglio confrontarmi e parlare con tutti, ho già parlato con qualche giocatore».

Come procede l’ambientamento in una realtà tutta nuova e diversa rispetto alla Sassari dove ha lavorato per quasi tre lustri?

«Sono stato accolto molto bene, ora mi sto orientando nel territorio. Entro in punta di piedi, non è mio costume intervenire a gamba tesa. Delego e do fiducia a chi mi circonda».

Che TvB sarà? Si cercherà un salto di qualità?

«Il salto si compie se si diventa subito squadra e se negli incastri ci sono gerarchie chiare. Se c'è un sistema chiaro, nei dieci mesi di cui è composta una stagione si utilizza il tempo soprattutto per giocare. Avrete notato che molte squadre asciugano le rotazioni cammin facendo: lo fanno per cercare un sistema gerarchico chiaro».

La squadra attuale andrà in gran parte ripensata, anche se ci sono delle opzioni da valutare.

«Inizieremo dagli italiani, che sono la chiave anche perché non ce ne sono tanti. Il punto è creare un nucleo che veda in Treviso una grande possibilità della carriera, indipendentemente dall’età anagrafica del singolo elemento. Creeremo una base solida confermando comunque la formula del 6 più 6».

Tra gli stranieri, che strada verrà percorsa? Gli statunitensi di solito costano meno mentre il mercato europeo è più ristretto.

«Non è un problema di prezzo ma di filosofia. Con ogni allenatore, compreso quello che abbiamo individuato per la prossima stagione (Alessandro Rossi, ndr), voglio condividere le idee, non presentare un pacchetto da allenare a prescindere. Nelle mie esperienze passate con gli americani si prediligeva il talento, con gli europei si cercava un sistema di lettura. È chiaro che la guida tecnica condiziona la scelta: non si mette a disposizione di un coach da sistema una squadra fatta solo di talento individuale».

Nelle ultime stagioni il livello economico medio in LBA si è alzato. TvB come si comporterà?

«Qualcosa dovremo rischiare ma saranno sempre delle scommesse calcolate. È possibile che il budget medio delle squadre si mantenga alto, io però voglio iniziare dalle prime firme che effettueremo. Da lì vedremo come muoverci».

Nella quota italiani verranno inseriti giocatori provenienti dalle juniores?

«Treviso vanta sempre un buon settore giovanile, sto parlando anche con gli allenatori dei ragazzi per verificare chi inserire in prima squadra. Confermo che mi piacerebbe alimentare il sogno di ogni ragazzino desideroso di diventare un giocatore di LBA».

Lei in passato ha allenato a vari livelli. Quanto è importante il background da coach in un ruolo dirigenziale?

«Credo sia molto importante. Da un punto di vista relazionale, l’esperienza in panchina facilita certi aspetti. Allenare ti fa entrare nella testa di chi hai davanti, dal punto di vista umano oltre che tecnico. D’altronde allenare per tanti anni passando in diverse categorie consente di capire come affrontare varie situazioni mantenendo sempre il pieno controllo di quanto avviene».

Quali obiettivi avrà la nuova TvB?

«Bisogna essere sempre ambiziosi mantenendo al contempo molto realismo. Senza fare troppi viaggi mentali, voglio presentare in campo il miglior prodotto possibile per far divertire la gente nelle due ore che si accomoda al palasport. Per prima cosa viene il concetto di squadra, di atleti che in campo dialogano e si aiutano. I successi a Sassari sono partiti da gruppi di giocatori che sono diventati squadre. Voglio che i ragazzi provino gioia e orgoglio di giocare per Treviso».

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