Troncon e l’azienda azzurra del rugby

Arriva il ct Brunel, non è più tempo di poesia. I successi e gli atleti si costruiscono
GRASSI TREVISO PREMIAZIONE ALESSANDRO TRONCON IN COMUNE TREVISO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM
GRASSI TREVISO PREMIAZIONE ALESSANDRO TRONCON IN COMUNE TREVISO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM

di Prando Prandi

Le luci si sono spente in fretta sul Mondiale dell'Italia del rugby e, provvisoriamente, si smorzano anche quella dalla Rabo Cup. E' l'occasione per fare il punto sulle prospettive del grande rugby italiano che si getta alle spalle l'era Mallet per aprire quella del suo nuovo tecnico, il francese Jacques Brunel. Il più vicino dei grandi rugbisti trevigiani al cuore pulsante dell'entourage azzurro è Alessandro Troncon, che da anni ha smesso i panni di trascinatore in campo per vestire quelli appena più comodi di assistente del tecnico della Nazionale per il reparto d'attacco «Un'esperienza - ammette Troncon - che mi ha formato e che mi ha dato belle soddisfazioni. Essere a confronto con il rugby ai massimi livelli, stare accanto ad una nazionale e viverne la crescita è sicuramente galvanizzante, al di là dei risultati che si conseguono sul campo». Fin troppo facile portare Tronky sull'insidioso terreno delle molte sconfitte inanellate nella gestione Mallet, ma lui, con cambio di passo dei bei tempi, scarta l'ostacolo: «Ci siamo misurati contro grandi squadre, solo raramente abbiamo avuto modo di confrontarci con formazioni alla pari e quando ci è capitato abbiamo fatto la nostra onesta figura». In realtà (come tutti) sembra aver voglia di voltar pagina. E allora parliamo del domani del rugby azzurro e del suo: «Fino a giugno sarò accanto a Brunel, poi si vedrà. Sono certo che il suo avvento porterà cambiamenti. Anche se nel rugby di vertice dei giorni d'oggi non c'è molto da inventare. Tutto si basa sulla fisicità estrema». Quindi chi spera di vedere un'Italia giocare “alla francese" resterà deluso ? «I francesi sono troppo conservatori. Cambiassero tipo di gioco, potrebbero vincere molto di più. Certo qualcosa cambierà e prima o poi Brunel darà la sua impronta". E' un Troncon ben lontano dagli impeti del campo, misuratissimo in un ruolo che, comunque, gli si addice. Come interpreta la crescita del suo sport? «Il rugby ha fatto passi da gigante. Ogni anno si registra una forte accelerazione, che magari in tribuna non riesce a cogliere. Ci sono delle realtà tecniche, manageriali e organizzative che pochi conoscono. Delle vere e proprie "aziende" del rugby, finalizzate ai successi e alla formazione di campioni. Solo raggiungendo questa dimensione potremo colmare il gap con chi domina la scena internazionale». Un teorema che Troncon snocciola con semplicità. La trasformazione dell'Italrugby in azienda è quanto mai auspicabile...

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