Treviso, che svolta: via Graziano, ecco Pasa

TREVISO
La squadra va male e chi paga è l’allenatore: all’eterna regola non scritta del calcio non fa eccezione nemmeno il Treviso, che ieri ha esonerato Cristiano Graziano chiamando Daniele Pasa. Graziano paga le ultime tre sconfitte di campionato ed il penultimo posto (anche se i punti reali sono 5), al suo posto un personaggio che la piazza la conosce bene e dalla quale è già stato accettato con piacere.
«Decisione presa a malincuore, un esonero è sempre una sconfitta e Cristiano è un bravo ragazzo - commenta il presidente Luca Visentin - ma forse è stato troppo buono, avrebbe dovuto farsi sentire di più con la squadra. Abbiamo voluto dare un segnale, la squadra non dava segnali di reazione. Ma ai giocatori ho parlato chiaro, non si illudano di avere meno colpe: attendo le gare con Union Qdp e Mestre poi qualche conto lo farò anch’io».
Pasa è nato a Montebelluna, classe 1965. Per tre anni è stato raffinato centrocampista biancoceleste (99 presenze e 33 reti), con due promozioni dalla C2 alla B (1995-97). Da allenatore nel 2007-08 fu vice di Gotti. Nelle ultime due stagioni ha salvato il Giorgione quindi ha vinto il campionato d’Eccellenza con il San Donà. Ieri l’allenamento l’ha condotto il vice Albino Pillon, Pasa inizia oggi: mister, se l’aspettava questa chiamata? «No, ma quando è arrivata in 5 minuti ho trovato l’accordo: sono contento, Treviso è casa mia. Quest’anno il Treviso l’ho visto 4-5 volte e un’idea me la sono fatta: 3 li ho allenati, cioè Fiorotto, Garbuio e Scarpa, altri li conosco da avversari. Il Treviso ha qualità ed è stato costruito per un campionato tranquillo, sono certo che può fare meglio di quanto visto finora. Graziano ha fatto il massimo: a Pieve di Soligo non segni quando puoi e perdi, con quei tre punti, assieme ad altri, potevi essere molto più su». Programmi? «Pensare una partita alla volta: la prossima è uno scontro diretto, sarà dura». Graziano dice che la squadra è poco tranquilla. «Giocare col Treviso è diverso, qui c’è la pressione della piazza e gli avversari ci mettono sempre qualcosa in più, per cui il gap si colma mettendo almeno quello che ci mettono gli altri sfruttando le tue qualità. Ma se credi di vincere perché ti chiami Treviso sei già penalizzato. Questi ragazzi non arrivano dalla serie A o B, devono avere coscienza di essere giocatori di categoria con delle qualità che però devono sapere tirar fuori. Con serenità e fiducia, non con la tensione. E questo chiaramente sarà anche compito mio». —
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