Treviso Basket, disastro al Palaverde: Trieste rifila un pesante -20

Pessima prestazione della Nutribullet, mortificata in attacco dall’Allianz: le bombe non entrano, i triestini dominano e si chiude 69-88

Silvano Focarelli
guerretta agenzia foto film villorba treviso basket trieste
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Altro scempio, peggiore anche di altri, ed altra batosta contro una diretta concorrente. Treviso finora le ha perse davvero tutte, le 5 gare che ha vinto sono arrivate battendo gente di classifica superiore. Bizzarria che fa capire un andamento a dir poco schizofrenico di una squadra che avrebbe bisogno, oltre che di rinforzi, di qualche bella seduta psicanalitica: quanto sembrano lontani i fasti del blitz a Tortona o del trionfo su Venezia, tre vittorie di fila di cui già nessuno si ricorda più, perchè ora la situazione è tornata tragica. E la classifica non mente: la pochezza domina.

Adesso magari si ricomincerà a parlare del taglio di Cooke, tornato anche lui a livelli infimi, e tutto sommato tanta colpa di Sokolowki a Pesaro forse non era, se con lui  – forse migliore della sua squadra – si assistono a spettacoli indecenti come quello di stavolta.

L'inizio sembrava promettere bene, entrambe con una gran voglia di correre da un capo all'altro del campo, a volte anche a costo di perdere palla. Con Soko in quintetto (evidente l'intento di Nicola di dargli fiducia, ripagata) TvB risale da 2-6 a 8-6 (primo e ultimo vantaggio...) ma Bartley azzecca un fortunoso 3+1 che già fa intuire di che tipo sarà la serata. Cooke si perde tre volte Spencer e così Trieste va 18-10 in poco più di 6 minuti: in altre parole la difesa della Nutribullet ha più buchi di un Tir carico di gruviera.

Allora si prova con Jantunen e Zanelli ma cambia praticamente nulla: uno dei pochi a combinare qualcosa è proprio Sokolowski, mentre Iroegbu si intestardisce in infiniti palleggi ed improbabili uno contro uno e Banks è della serie, quest'anno tutt'altro che nuova, del "vorrei tanto ma non ci riesco". E stando sempre sott'acqua ecco che emergono i soliti difetti: frenesia, confusione, scarsa lucidità e circolazione di palla. La pallacanestro è quella, inguardabile proprio perchè senza capo nè coda, di prima delle tre vittorie di fila. E Giovannone Vildera si incarica di fissare il primo vantaggio in doppia cifra (30-19 al 12').

Insomma, buio fitto, nessuno che sappia prendere in mano la situazione, ragionare un po', capire che le mani ogni tanto bisognerebbe anche metterle addosso agli avversari, tanto per far comprendere che si gioca al Palaverde e non a Trieste.

La speranza è che il riposo lungo abbia portato consiglio a chi ne aveva assoluto bisogno: non è così. La Nutribullet incassa immediatamente un 5-0 per tornare sotto di 12. E sinceramente niente e nessuno, anche se manca una vita alla fine, fa intravedere la possibilità di ribaltare la situazione. Si assiste allora, tra una palla persa, un tiro sul ferro e marcature, diciamo così, labili, all'affondamento (41-55 al 25', tripla di Ruzzier) di un Treviso Basket sempre più nel caos totale. Aveva voglia coach Nicola a dire che bisognava restare connessi e concentrati: se i risultati di una settimana di lavoro sono questi stiamo freschi.

TvB non riesce nemmeno a risalire sopra la doppia cifra di svantaggio, ancora Ruzzier ad infilare impietosamente da tre il 59-44 del 28'. Eppure bastano una persa da Trieste per 24" ed un cesto di Iroegbu in acrobazia per riaccendere la baraonda (51-59), che naturalmente si spegne subito. In teoria il -10 della mezzora potrebbe ancora essere recuperato, ammesso che ci fosse una squadra con un minimo di discernimento tattico e, dall'altra parte, un avversario in grado di smarrire quella bussola che fino a qui ha tenuto saldamente in mano. Pia illusione.

Trieste ha continuato a fare la sua pallacanestro ordinata, dando la palla col timing giusto anche ai suoi lunghi italiani, Vildera e Lever, sempre pronti an che altrimenti affidandosi ai suoi mestieranti americani. In questo modo la Nutribullet ha fatto la fine della mosca nella ragnatela: più si agitava e più finiva intrappolata. Il tecnico a Nicola, ovviamente cercato nella vana speranza di agitare un po' le acque, si trasformava nel segnale della resa: 57-75. E Trieste che chiede time out al 39'56"...

Dalla curva sud iniziava a piovere l'invito a tirar fuori gli attributi poi di vergognarsi. Ma forse non è la voglia di battersi che manca, è proprio la testa, la freddezza, la lucidità, chiamatela come volete. Che in questo sport conta più delle gambe ed anche del cuore.

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