Tre arbitri finiscono in ospedale partite al via con 15’ di ritardo

TREVISO. Nel prossimo turno di campionato dall’Eccellenza alla Terza categoria, ma anche Juniores, settore giovanile, calcio a 5 e femminile, le gare inizieranno con 15 minuti di ritardo. È il segnale che il Comitato regionale, e quello degli arbitri, vogliono dare dopo i recenti fatti di violenza ai danni di direttori di gara e assistenti. Il più eclatante ha avuto come vittima Carlo Dei Tos, fischietto della sezione di Conegliano, colpito al volto con un violento schiaffo da Gianluca Fabris, difensore del Galliera, poi squalificato per due anni e tre mesi (pena fin troppo lieve, secondo alcuni). Altri due casi si sono verificati nel Veronese, in particolare nella partita di Promozione tra l’Aurora Cavalponica e il Nogara. Il presidente dell’Aurora è stato inibito per un anno e 5 mesi dopo aver schiaffeggiato e strattonato un guardalinee.

«Tre arbitri impegnati nelle gare dei nostri campionati dilettantistici hanno terminato la propria domenica di sport in un pronto soccorso, vittime di vili aggressioni fisiche subite in occasione di tali gare», si legge nel comunicato congiunto firmato dal presidente del Crv Giuseppe Ruzza e dal presidente degli arbitri veneti Dino Tommasi. «Solidarietà a questi tre giovani sportivi, certi di rivederli al più presto al loro posto nei campi di gioco, e a tutti gli arbitri, insostituibili ed indispensabili figure del nostro sport. Ma questa volta non vogliamo limitarci alle parole, vogliamo fermare per un breve tempo - quindici minuti - l’inizio delle nostre gare per avere la possibilità di trasmettere, in questo spazio di silenzio e riflessione, tre semplici messaggi».

Eccoli: «No ad ogni forma di violenza: i nostri terreni di gioco vogliono essere liberi da violenze e discriminazioni. Devono rimanere esclusivamente luoghi di divertimento. No, senza se e senza ma, alle aggressioni nei confronti degli ufficiali di gara: gli arbitri non si devono toccare. Sì ai veri valori del calcio, dove la ricerca della vittoria - fine di ogni sport - deve essere accompagnata sempre dal rispetto dell’avversario e dalla accettazione della sconfitta e dell’errore. Ci fermiamo oggi per dire “No alla violenza” e per dare domani ai nostri giovani un calcio libero da ogni atto che contrasti con i valori veri dello sport».

Le società sono invitate a leggere, prima delle partite, i tre messaggi scanditi nel comunicato, o quantomeno a distribuire un congruo numero di copie dello stesso al pubblico. —

Alberto Zamprogno

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