Tra Sile, Piave e Asolo Treviso Ciclo Tour lancia la grande idea

Chissà se c'è un futuro ancora per il manifatturiero Made in Treviso. Di certo ci sarebbe un futuro nel turismo storico-architettonico-enogastronomico-paesaggistico.
E il turismo che in questo momento più incuriosisce gli stranieri, specie quelli provenienti dall'area extra-euro, è quello dello sport-light.
L’altra economia. Nulla di estremo, dunque, ma qualche bella passeggiata in bicicletta, magari da corsa e fabbricata da un produttore locale famoso in tutto il mondo, sentendosi eroi del pedale per qualche giorno, è una possibilità concreta di mettere in moto l' "altra economia" rispetto a quella delle fabbriche. Meno impattante, più easy, incredibilmente redditizia.
Ed è con questo intento che stanno fiorendo decine di iniziative, che spesso prendono le mosse da idee private, come quelle di una catena di alberghi o di una casa ciclistica, che puntano a rendere folto, ben organizzato e redditizio.
L'ultima di queste iniziative parte da Friuladria-Credit Agricole (il secondo è un marchio presente anche nel ciclismo professionistico) ed è stata appoggiata dalla Provincia di Treviso, nella cui sede verrà presentata martedì prossimo alle 17.
Ciclismo-light. S'intitola "Treviso Ciclo Tour", è una piccola grande guida per cicloturisti e ha solo un difetto legato al committente, che l'ha pensata per i propri clienti: è solo in italiano. Abbiamo precisato: è destinata ai cicloturisti, non ai cicloamatori. La differenza è arcinota alle due categorie di pedalatori, ma per chi non la sapesse va spiegato che i primi fanno turismo in bici, ovvero non gareggiano mai nemmeno per scherzo (o quasi), mentre i secondi sono sportivi amatoriali a tutto tondo, con tanto di settore agonistitico, a volte fin troppo esasperato.
Argentin testimonial. Il padrino di questa guida, presente anche alla "vernice" del Sant'Artemio, sarà l'ex campione del mondo di Colorado Springs, Moreno Argentin. Il "padre" del carnet, invece, è un bancario con la passione per il cicloturismo, Carlo Favot, non nuovo a questo genere di pubblicazioni. Va aggiunto che i percorsi da lui proposti li ha provati tutti e più volte – tanto da conoscerne ogni pietra miliare e ogni panorama – in bici da corsa.
Le tre aree. Sono tre le aree omogenee dove vengono collocati i percorsi di questa guida. Una è naturalmente quella contrassegnata dall’ambiente collinare della Marca, da Conegliano a Valdobbiadene - transitando per il Vittoriese, i laghi di Revine, Cison, Follina, Guia e ritorno. La seconda da Castelfranco all’Asolano, con tutta la ricchezza storica e paesaggistica vantata da questo percorso. La terza, più urbana, parte da Treviso e si sviluppa lungo l’asse del Sile fino alla foce e un ritorno con due varienti.
Piave, Sile e storia. «Bisogna capire che il solo definire un percorso fa sì che questo venga istituzionalizzato dai cicloturisti. Un esempio: i miei colleghi ciclisti per turismo dicono: “ho fatto il Destra Po”. E bisogna sapere che, a parte i cartelli che segnalano il percorso, non c’è granchè d’altro e i panorami sono belli ma abbastanza monotoni. Se poi hai le bellezze e la storia che variano ad ogni angolo, come succede nella provincia di Treviso, capisci di avere un notevole “capitale cicloturistico” da segnalare. Tu, che definisci i percorsi, ci fai sempre un figurone. A ridosso del Piave c’è il Montello con il monumento a Francesco Baracca eccetera, a ridosso del Sile ci sono le ville, le cicogne, le garzaie».
Una sola lingua. Peccato che ”Treviso Ciclo Tour”, di cui verrà fatto omaggio di una copia a quanti si presenteranno martedì all’auditorium di via Cal di Breda, sia stilato in un’unica lingua, l’italiano.
Avrebbe potuto costituire un buon omaggio da fare a quanti, di passaggio per la Marca, si facessero venire la curiosità di un bel giro turistico in bicicletta.
«Non dipende da me», spiega Carlo Favot, che insieme allo scrittore Francesco Soletti ha provveduto alla stesura. «Ma forse si potrà provvedere in futuro ».
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