Stasera Palermo-Milan Tutti guardano gli arbitri

Alle 20.45 in campo le deluse del campionato. Non si placano le polemiche per la vittoria della Juventus a Catania e spunta un profilo facebook falso

PALERMO. Il calcio di serie A torna in campo dopo la serie di polemiche sugli arbitri. Quella di stasera tra Palermo e Milan è la sfida delle deluse. Entrambe hanno fame di punti e voglia di rivalsa. Gli uomini di Gasperini hanno dalla loro il Barbera, che si rivedrà quasi gremito dopo mesi, e i precedenti anche se nell'ultima sfida i rossoneri si imposero per quattro reti a zero. Era il Milan di Ibrahimovic, che fece una tripletta, e Thiago Silvo che firmò il definito 4-0.

Ma al di là del calcio giocato, la tre giorni che si apre stasera e che si chiuderà giovedì con Genoa-Fiorentina, è un test importante per gli arbitri italiani. Il Catania schiuma rabbia nei confronti della Juventus.Il gol regolare annullato a Bergessio e quello convalidato a Vidal su fuorigioco di Bendtner creano un risultato sospeso nel limbo dei veleni con gli etnei, che accusano la panchina bianconera di avere convinto l’arbitro Gervasoni e tirano in ballo la presunta presenza di uno stemma bianconero nel profilo facebook del guardalinee Maggiani, che il designatore Braschi ha indicato come unico responsabile degli abbagli. Il realtà il profilo è falso è, almeno questa polemica, è subito rientrata. A spaccare in due le tifoserie, specie dopo la mai rimarginata ferita di calciopoli, c’è già l’attesa per le super moviole con accuse feroci agli arbitri per errori palesi in un calcio sempre più super veloce.

La prossima tecnologia applicata alla porta, in fase sperimentale, toglierà incertezze sul gol-non gol, ma resterà sempre materiale grezzo e incandescente per fuorigioco e rigori. E continueranno ad essere decisivi pochi centimetri che demarcano perfino l’assegnazione degli scudetti.

La Juve negli anni ha navigato in mezzo a mille polemiche e, tra i tanti episodi finiti nel frullatore mediatico, sono tre gli episodi che l’hanno tirata in ballo, alimentando il fantasma della sudditanza psicologica all'insegna di decisioni prese per questione di centimetri, come i fuorigioco che hanno reso rovente Catania-Juve.

Primo episodio: 12 marzo 1972. A Marassi si gioca Sampdoria-Torino, Aldo Agroppi salta sotto rete e di testa schiaccia a terra, sulla linea Marcello Lippi rinvia a palla appena dentro ma l'arbitro Enzo Barbaresco prima convalida poi annulla tra le proteste dei granata: finirà con la sconfitta Torino e lo scudetto Juve, per un solo punto. Secondo episodio: 10 maggio 1981. Lo scudetto è assegnato per una questione di centimetri e il gol di Turone. Terzo episodio: 19 aprile '98. In Empoli-Juventus (0-1) i toscani segnano un gol che l'arbitro Rodomonti non vede, ancora centimetri oltre la linea che spariscono. L'inchiesta penale a carico del direttore di gara, promossa da due denunce, arriva all'archiviazione perché l'arbitro non è un pubblico ufficiale. Ma il gip della procura di Firenze nelle sue motivazioni parla espressamente di sudditanza psicologica nei confronti della Juve.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso