Rugby, la grande sfilata dei nazionali trevigiani

Una passerella azzurra molto trevigiana. Il 3 febbraio, a Roma, prima di Italia Francia, la Fir premierà tutti gli azzurri della storia della nazionale consegnando il cap (il cappellino) con l numero progressivo di apparizione. I trevigiani doc sono 70 su 627. Un’altra cinquantina, pur non essendo trevigiana, ha giocato in azzurro rappresentando Benetton, Tarvisium , Mogliano o Casale.
All'Olimpico sfileranno i campioni che hanno firmato la storia del rugby italiano. Da Monigo, sabato, un pullman per Roma: oltre al match, una visita al museo del rugby. Senza retorica, viaggerà un firmamento di stelle.
Il primo trevigiano azzurro fu il pilone Franco Frelich, nel 1955. L'ultimo Tommaso Iannone, figlio d’arte (papà Claudio fu nazionale negli anni '70). C'è il recordman di caps: «Castoro» Troncon (101). E chi ha giocato solo pochi minuti, Giorgio Fanton. Hanno fatto la storia i 4 fratelli Francescato - Nello, Bruno e Rino giocarono anche insieme, Ivan è consegnato alla leggenda. Nello ha segnato due mete agli All Blacks, in mezzo ai pali. Rino, per aver giocato nel World XV in Sudafrica, venne anche squalificato.
Quante storie. La covata degli anni 80 ebbe la soddisfazione di debuttare nella prima Coppa del Mondo in Nuova Zelanda, i trevigiani dell'Italia di Coste ipotecarono il Sei Nazioni. E quanti capitani: da Levorato a Ongaro, passando per Blessano, Robazza, Franceschini, Rino e Nello Francescato, Rossi, Zanon e (Alessandro) Troncon.
Non lo fu Giorgio Troncon, ma Acciaio ma stava per far cadere la mitica Francia 35 anni prima di Grenoble. E Robazza? Il ct Villepreux, convocandolo, gli assegnò pure la preparazione atletica della squadra. Nella lista anche due Dotto e due Troncon: ma nessuna parentela. Altri fratelli: i due Perziano e i due Dallan. Ci sono andati vicini i Visentin, i Pesce, i Casellato.
Sono mille, le storie. Anche quele di chi, non trevigiano, è cresciuto qui (i primi Manni e Crescenzo) sfondando a Treviso e in nazionale. Infine gli oriundi e gli stranieri che a Treviso hanno trovato la cittadinanza sportiva. Ultimi Botes, Burton e Van Zyl: c’era una volta l’oriundo Jean Louis Basei...
Un solo grande rammarico: alla festa mancheranno Cocco Armellin, Lello Dolfato, Piero Dotto e Ivan Francescato. Tutti scomparsi prematuramente e tragicamente: indimenticabili. Quanto ci mancano. Il 3 febbraio all'Olimpico, sfilerà il loro indelebile ricordo.
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