Reggio, una battaglia: «È la partita delle partite»

TREVISO. Non c’era il minimo dubbio che laggiù sullo Stretto non soffrissero di amnesie. Anzi, la memoria ce l’hanno tanto buona che ancora si ricordano benissimo ciò che successe al Palaverde il 18 aprile 1993, garatre dei quarti di finale playoff tra Benetton e Panasonic e canestro decisivo annullato a Dean Garrett perché ingiustamente giudicato a tempo scaduto. Tralasciamo di rievocare le a dir poco scomposte reazioni reggine di allora, ma quelle di oggi vanno registrate: sì, perché a distanza di tanto tempo a Reggio Calabria si medita ancora vendetta sportiva per un "reato" che ormai, diciamo così, dovrebbe essere caduto nella prescrizione del buon senso, anche perché come tutti sanno questa Treviso non è quella di allora. Invece lì si preferisce soffiare sul fuoco, preparando la gara di domenica come una sorta di giudizio di Dio. Queste le parole del presidente neroarancio Giusva Branca: «La partita delle partite è arrivata: non tanto perché essa assuma un particolare significato in termini di classifica, pur essendo uno scontro al vertice ma perché, per motivi storici, in essa si rivede, si raccoglie tutta la città, tutta la provincia. Non è una semplice partita di basket, tutta la città dovrà spingere la squadra, ci attendiamo un Palacalafiore pieno e ribollente di tifo ed entusiasmo per una giornata rispetto alla quale, anche chi sarà al palazzo per la prima volta potrà dire io c’ero. Noi siamo quelli del ’93. Noi abbiamo lo stesso nome. Noi abbiamo gli stessi colori. Noi abbiamo lo stesso coach. Noi abbiamo lo stesso medico sociale. Noi abbiamo gli stessi tifosi. Noi abbiamo lo stesso spirito. Noi abbiamo la stessa voglia di allora».
Una precisazione: Reggio Calabria da allora ha cambiato denominazione sociale quattro volte, causa due scioglimenti ed altrettante rifondazioni. Ecco, in questo caso la memoria di Branca dimostra di non essere altrettanto ferrea. (s.f.)
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