Psg e Basaksehir come per Floyd Tutti ginocchio a terra: «No al razzismo»

il caso
Torna il calcio dopo le polemiche al Parco dei Principi, dove il Paris Saint-Germain prova a far dimenticare la clamorosa protesta di martedì contro il razzismo, con i 22 giocatori in campo che hanno abbandonato il terreno di gioco e imposto la sospensione della partita. Ci prova con una tripletta di Neymar e una doppietta di Mbappé che stendono i turchi del Basaksehir e proiettano i parigini al primo posto del loro girone.
Dopo i colpi di scena e il caos di martedì, l’immagine di questa serata - con la partita ripresa dal 13’ del primo tempo dove era stata interrotta sullo 0-0 - è quella di 22 giocatori immobili, in raccoglimento, con il ginocchio a terra. Il gesto diventato simbolico dopo l’uccisione in maggio negli Stati Uniti di George Floyd è protesta universale contro il razzismo e le violenze della polizia e simbolo del movimento Black lives matter.
«No al razzismo» campeggiava sulle magliette dei giocatori delle due squadre in campo per il riscaldamento prepartita e su due grandi bandiere dispiegate in tribuna. Il tutto al termine di una giornata in cui dal mondo intero è arrivato l’omaggio unanime a una pagina inedita di calcio, con i giocatori che hanno deciso di lasciare il terreno tutti insieme per protestare contro il quarto arbitro, il romeno Sebastian Coltescu, che avrebbe indicato ad alta voce l’allenatore in seconda dei turchi, il camerunense Pierre Achille Webo, come “negru”, in romeno.
Un’inchiesta è stata aperta, anche per verificare nella lingua di Coltescu il livello di gravità della parola, unanimemente bandita dalla lista dei vocaboli consentiti in gran parte dei paesi del mondo. «Chi mi conosce sa che non sono razzista», ha detto ieri Coltescu parlando con i suoi familiari secondo la citazione che ne ha fatto il sito romeno Prosport.
Da Gattuso ad Hamilton, fino a molti esponenti del governo e del mondo del calcio francese, hanno espresso ieri solidarietà e in alcuni casi sollievo per un velo squarciato nel mondo del pallone, che travolge con tutto il suo impeto contro un tabù finora mai infranto.
Si è avuta netta l’impressione, quando alcuni giocatori in ginocchio al Parco dei Principi hanno chinato la testa, quando Kylian Mbappé e Neymar hanno levato al cielo il pugno, che la battaglia contro il razzismo sia ormai nella pelle dei giocatori. Pierre Achille Webo, la vittima dell’ingiuria di mercoledì sera, era in panchina, la squadra arbitrale era invece completamente cambiata. In curva, gli ultrà assenti causa Covid avevano lasciato uno striscione «siamo con Webo». Poca storia in campo, dove la partita è stata a senso unico, aperta da un gol straordinario di Neymar. Passa agli ottavi il PSG. —
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