Pisani dà i voti alla D «Giorgione super Vittorio si salverà»

L’ex calciatore e mister di lungo corso analizza il torneo «Dal Montebelluna mi aspettavo di più, ma migliorerà»

Pausa di metà stagione in serie D, e tra pandori e panettoni trova spazio un bilancio sulle tre squadre della Marca. Come quello super partes di Alberto “Nini” Pisani, che di calcio ne ha masticato parecchio. Da giocatore 17 anni al Giorgione (compresa la serie C/2), e gli ultimi otto con la fascia di capitano. Poi una carriera da allenatore alla guida di Campetra, Bessica, Quinto (ben 9 anni, conditi da due promozioni), Giorgione, Feltrese e Montebelluna.

Mister, sta seguendo la D?

«Certo. Abitando a Castelfranco mi diletto a seguire il Giorgione, ma a volte anche il Montebelluna e dai giornali il Vittorio».

La sorpresa delle tre?

«In assoluto il Giorgione, non pensavo facesse tutti questi punti. Quando si parte da una retrocessione, seppur rocambolesca, di solito l’unica scelta è un bel “repulisti”. Invece la dirigenza ha tenuto quei giocatori che militano in rossostellato da molti anni, desiderosi di riscatto. Le tre cose importanti sono un terreno fertile, la società, un buon contadino , cioè l’allenatore, e buone sementi , ovvero i giocatori. Società e giocatori sono gli stessi, l’unico a cambiare è stato il mister: quindi gran merito è di Marco Fabbian, ha fatto un lavoro straordinario».

Dove possono arrivare visti i rinforzi in attacco?

«I playoff sono fattibili, anche se la primavera fa brutti scherzi. Viola è un giocatore che ha fisicità e dà un riferimento davanti. Baggio è da rivedere, ma è giovane. Mi è dispiaciuta la partenza di Volpara, mio pupillo al Montebelluna. Delle trevigiane il Giorgione è quella con più individualità. Lorello in porta è un valore aggiunto, come Donè e Beghin in difesa, e Campagnolo a centrocampo; oltre a Gazzola, stratosferico».

Passiamo al Montebelluna.

«Stanno facendo un campionato un po’ sopra le aspettative. Il girone è livellato, la salvezza anticipata e la valorizzazione dei giovani saranno centrate. È la loro filosofia, e mi piace perché sono coerenti: se si trovano in difficoltà, a dicembre non acquistano un pezzo forte e costoso, ma continuano a pescare dal vivaio, che è il migliore. Hanno inserito veterani stando al curriculum, in realtà sono dei ’91 e ’92. E poi hannoun tecnico, Pasa, bravissimo e che sa lavorare con i giovani. Vista l’età, è la squadra che ha più futuro poiché in questa categoria la differenza la fanno i giovani».

E la matricola Vittorio?

«Ha continuato con il mister Della Bella cambiando pochissimo la rosa. Può giocarsela con chiunque avendo pedine importanti come De Martin davanti, Martini e Cervesato a centrocampo, e Villotta in difesa. Ma pagano il salto di categoria: subiscono un gol e magari vanno in blackout per 10-15 minuti subendone un altro. Forse perché l’anno scorso hanno dominato l’Eccellenza senza conoscere queste difficoltà, ma si possono salvare tranquillamente».

Ormai sono passati due anni dal suo esonero a Montebelluna, l’unico in carriera…

«Una decisione shock, per la quale devo “ringraziare” una persona, ma lasciamo perdere. Eravamo a sorpresa terzi, imbattuti da 10 partite, e reduci da 4 vittorie. L’avvento dei Brombal alla dirigenza ha portato quella stabilità che non c’era quando allenavo lì».

Pronto a tornare in panchina?

«Mi piacerebbe, ma a 55 anni vado in cerca di certezze. In estate c’erano stati contatti però erano avventure, mentre io vorrei basi precise. Purtroppo nella mia carriera ho trovato solo una persona, Dario Pizziolo ex presidente del Quinto, in cui ho posto la più grande fiducia. Spero che rientri nel calcio e che mi richiami».

Alberto Zamprogno

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