Nidia, la «mula» che ha fatto la storia del basket

E’ uscito «La signora dei canestri», il libro-avventura di Silvano Focarelli dedicato alla Pausich

La prefazione di Dino Meneghin è il più bell'omaggio - perchè lei è stata il Meneghin al femminile - che il presidente del basket italiano poteva fare a Nidia Pausich (in foto con Meneghin), monumento dello sport trevigiano, sul libro a lei dedicato da Silvano Focarelli, cronista e radiocronista di basket dai tempi della scoperta dell'America o giù di lì. Nidia, la mamma della pallacanestro femminile nella Marca, a 76 anni è ancora una forza della natura, dopo quasi altrettanti anni trascorsi, da atleta e da allenatrice, sul parquet e a bordo dello stesso.La mula triestina, piena di spigoli e di slanci, ha vinto 8 scudetti in 21 stagioni da giocatrice di Serie A (11 quelle da allenatore). Focarelli alla Pausich riconosce tantissime mitologiche virtù e ben pochi difetti. Che dire, del resto, della figlia di una pulitrice e di un fuochista sui mercantili con quel cognome che termina in un modo pericolosamente - a Trieste - s-ciavo e sposa lo sport invece che un marito?Forse il suo destino era già scritto nel mare, visto che il padre s'era trovato a lavorare anche nel Conte Verde del Lloyd Triestino che traspoprtava Jules Rimet e l'omonimo Trofeo in Uruguay per la prima Coppa del Mondo. Calcio e non basket? Se è per questo Nidia frequenta ben più di un arengo sportivo (ginnastica, pallamano e perfino lancio del peso) nella sua vita. E calca, giovanissima, il palcoscenico. S'innamorerà anche di un attore, Giorgio Listuzzi, che aveva recitato con Antonioni e De Sica, ma a vincere la battaglia sarà il basket e Listuzzi entrerà nel novero dei piccoli rimpianti. In compenso verrà vista e scelta, per la palla a spicchi, dalla Fiat, che allora rappresentava una delle più belle realtà sportive. Torino, Udine, Pavia, «la Signora dei Canestri» (questo il titolo del libro-avventura di Focarelli) arriva, assieme alla Persi, a Vicenza. Nonostante non le manchino i maestri (nella città berica c'è Vasojevic, zingaro belgradese), pian piano il campo e la visione di gioco la promuovono, in pectore, piccola maestra. Tanto che, dopo essere diventata un mito sul parquet, si permette, contemporaneamente, di giocare a Vicenza e... allenare a Treviso. E dopo 20 anni di carriera, passa a... dire alle altre ciò che bisogna fare. Da allora la sua carriera galoppa tra Treviso, la nazionale, tra il bar che gestisce con la Persi e poi la Montelatici e... il basket maschile. Ma raccontarla tutta sarebbe fare un dispetto al «nostro» Focarelli.

Toni Frigo

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso