Nel mondo di Nuvola Rossa «Sushi, salsicce e friarielli ma anche tablet e tatuaggi»

Adora le serie come “Il Trono di Spade”, nella sua playlist c’è “Calma” «Mi sarebbe piaciuto fare la maestra d’asilo: adoro i bambini» 

fuori dal campo

Sushi. Certo, anche salsicce e friarielli, iper-sponsorizzati dalla tradizione napoletana di papà Ciro. A Manuela Giugliano piace mangiare, eccome. «Piuttosto che spendere per scarpe o borse preferisco il buon cibo, cercando di non esagerare che poi la nutrizionista della mia società si lamenta. Ma ai würstel non so rinunciare. E sì, so pure cucinare. Anche i dolci: tiramisù e cheesecake».

D’altronde ha imparato in fretta ad arrangiarsi: se n’è andata di casa per giocare nella Torres a 15 anni, appena dopo il primo anno al Nightingale (socio sanitario) di Castelfranco. «Ma quest’anno prendo il diploma, lo prometto. Ora gioco a calcio e magari in futuro potrò allenare, ma se non avessi fatto la calciatrice mi sarebbe piaciuto fare la maestra d’asilo, adoro i bambini». Maturità nel 2020, quindi, quando sarà passato il tormentone che l’accompagna nei riti pre-partita. «Detto che ultimamente ascolto anche i Nomadi, ora ho una piccola scaramanzia: scendo dal pullman sempre con le cuffiette, ma spente; quando arrivo in spogliatoio metto una mia playlist che ora si conclude con il reggaeton di “Calma”. Poi sono pronta per giocare, ma prima di entrare in campo mi faccio tre volte il segno della croce, sono credente». Tifa per Federica Pellegrini e si promette di andare a vedere le Olimpiadi a Cortina («Vediamo, da qualche parte capiterò di sicuro, è una grande opportunità per il territorio»). Adora il Trono di Spade («In Francia mi sono sparata 8 stagioni, non potrei mai viaggiare senza il mio tablet e il cavo per collegarlo alla tv») ma non si fa mancare Temptation Island e nemmeno “Amici” o “Uomini e donne”: «Li guardo anche con le compagne, serve per far gruppo e per passare il tempo».

“Nuvola Rossa”, o “Red”, come l’ha soprannominata Patrizia Panico, oltre a “Giamburrasca” sono i suoi soprannomi. Ma sono sempre meno rispetto ai tatuaggi. «Ho le coordinate di Istrana, l’anno più importante della mia carriera (il 2017/18) io e mio padre con i numeri 10 e 23, uno per mia mamma e ora, dopo una settimana di vacanza in Puglia, ne farò un altro da dedicare a mio fratello Gennaro». In famiglia vorrebbero che fosse l’ultimo, lei spalanca gli occhi castani e promette: «Certo». Non le crede nessuno. —

Massimo Guerretta

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