Marco e “Nano”, premiata ditta di promozioni

Coppia (quasi) inseparabile in campo e nella vita, Giordano e Zanardo scrivono la storia del basket locale

Una coppia inseparabile, il simbolo del basket sano: Marco Giordano e Adriano “Nano” Zanardo hanno quasi sempre giocato assieme dai primi anni Novanta (escluse due stagioni passate in squadre diverse), diventando icone della Vigor Conegliano, prima di lasciarla da vincitori nel 2010 e ripartire dalla Pallacanestro Trevigiana, passando poi a Quinto. Lì presto inizieranno l’ennesima stagione insieme.

La cosa più bella vista fare in un campo all’altro?

Giordano: «Le stoppate: è un intimidatore sotto canestro».

Zanardo: «I suoi 39 punti a Riese nel 2007-08 in C2: vincemmo dopo 3 supplementari, penso sia stata la sua partita più prolifica a livello di punti».

Un episodio particolare della vostra amicizia.

G.: «Una serata indimenticabile di qualche anno fa: Nano venne scambiato per Pasquale Gravina (ex pallavolista della Sisley, oggi presidente del Volley Treviso, ndr) e ne ricavammo una serata a scrocco, perché offrivano qualsiasi drink a lui e a tutti noi suoi amici».

Z:«Ce ne sono tanti, ma direi i 3 giorni trascorsi ad Abbazia, in Croazia, dopo la promozione del 2002 insieme a tutta la squadra. Ci siamo dati alla pazza gioia...».

La gioia più bella vissuta insieme?

G: «Ogni promozione ha un significato speciale (5 quelle ottenute e condivise con Zanardo in carriera, ndr), ma se dovessi scegliere direi quella del 2002 con la Vigor per l’attaccamento alla maglia di tutta la squadra e quella della scorsa stagione a Quinto: è stato il completamento di un percorso di due anni in cui abbiamo portato una squadra di Promozione sino alla C2».

Z: «La promozione in C1 del 2002, vissuta con Marco e il gruppo storico della Vigor: Luca Cremonesi, Lollo Berton e Giorgio Lot. Siamo ancora amici e continuiamo a frequentarci: è un legame indissolubile, che va ben oltre il basket».

Cosa ti viene in mente quando pensi ai numerosi anni passati alla Vigor?

G:«Sono stati anni ricchi di soddisfazioni sportive e umane:c’era un grande attaccamento alla maglia e alla città di Conegliano, perché eravamo giocatori locali ed eravamo competitivi. Purtroppo non c’è stato un seguito a quel periodo favoloso, nel senso che nessuno di quel gruppo ha coltivato rapporti con la Vigor».

Z: «Anche se la storia con la Vigor non è finita benissimo, sono riconoscente a Conegliano di avermi dato la possibilità di divertirmi. Grazie alla società abbiamo creato un gruppo di persone che ancora sta bene insieme: è stata sempre la nostra società e la ringrazio per ciò che ci ha fatto vivere».

Come ti vedi da “grande”?

G:«Voglio rimanere nel basket. Ma aldilà del ruolo, voglio lavorare con persone con cui condivido componenti etiche e comportamentali: è questo il presupposto».

Z: «Voglio restare nell’ambiente cestistico, ma insieme alle persone di cui ho fiducia: gli amici del gruppo storico di Conegliano e quelli di Quinto».

I principi, i valori e l’amicizia prima di tutto: ecco cosa sono Giordano e Zanardo, due esempi per i giovani d’oggi.

Mario De Zanet

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso