L’olimpionico Tagliariol e i colleghi della spada all’assalto del ct Cuomo

Volano gli stracci, anzi le spade. La scherma azzurra finisce nella bufera per il duro e irrituale attacco di quattro atleti, fra cui l'ex olimpionico trevigiano Matteo Tagliariol, al ct Sandro Cuomo. L'eroe di Pechino 2008, assieme all'ex iridato Paolo Pizzo e alla promessa Enrico Garozzo, hapreso carta e penna, scrivendo una lettera al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Un attacco ad personam che incendia l'ambiente nel bel mezzo della stagione: «se Sandro Cuomo resterà cittì della spada, non si andrà da nessuna parte», il contenuto della missiva. Ma non si tratta di un fulmine a ciel sereno: il settore spada è in fibrillazione da 4 anni, già in passato Tagliariol & soci avevano domandato la testa del commissario tecnico al presidente Scarso. Viene in mente, a tal proposito, la polemica al vetriolo fra l'olimpionico trevigiano e il cittì Cuomo agli Europei 2010: Tagliariol fece scoppiare il bubbone, bollando il tecnico come «incompetente, un Re Sole che impone scelte e divide». Ne uscì un pandemonio: l'oro cinese venne deferito, ma poi tutto si aggiustò. Una tregua armata, evidentemente. Stavolta a prendersela con Cuomo sono stati in 4 e nemmeno la recente vittoria nella prova a squadre in Coppa del Mondo è bastata a calmare le acque o rinviare la questione. Il Coni non ha ancora risposto alla lettera. Una patata bollente per Malagò: il timoniere della Federscherma, Giorgio Scarso, che ha confermato il tecnico napoletano malgrado il disastro di Londra 2012, avrebbe giocato lo scorso anno un ruolo importante nell'elezione del numero uno del Foro Italico. Malagò ha poi nominato lo stesso Scarso vicario di Chimenti alla Coni Servizi. Ne vedremo delle belle. Tagliariol, dal canto suo, continua a fare notizia per faccende che con podi e medaglie c'entrano poco.
Dopo il successo a squadre nella tappa estone di Coppa del Mondo, si è dovuto fermare per una nuova operazione alla mano. (m.t.)
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