L’Istrana sogna la D È distante tre partite

Calcio Eccellenza. Zanatta, quarant’anni e non sentirli «La Calvina bella squadra, ma alla nostra portata»

ISTRANA. Tre partite separano l’Istrana da una promozione in Serie D che sarebbe storica. L’accesso alla finale del 3 e 10 giugno (contro Imperia o Lumignacco) è però tutt’altro che scontato. Lo 0-0 nella semifinale d’andata dei playoff nazionali di Eccellenza, maturato in Lombardia con la Calvina, è un risultato che obbliga gli “avieri” a vincere la gara di ritorno, in programma dopodomani alle 16.30 nella Marca. Vige la regola per la quale, a parità di gol tra andata e ritorno, supera il turno chi ha realizzato più reti in trasferta. Un pareggio dall’1-1 in su qualificherebbe i bresciani, mentre con un altro 0-0 si andrebbe ai supplementari ed eventualmente ai rigori. La prestazione di domenica scorsa fa ben sperare, anche perché a Calvisano si è giocato su un campo col fondo in sintetico e di piccole dimensioni, due caratteristiche insidiose per l’Istrana, senza dimenticare che la Calvina ha raccolto la gran parte dei punti in casa. Dunque i gialloblù di mister Marco Marchetti, che non dovrebbe avere indisponibili (intanto Manente è entrato in diffida), hanno lasciato aperto ogni scenario in vista del retour match. La pensa così il bomber Massimo Zanatta, 40 anni e non sentirli, di Paese ma montebellunese d’origine, autore di 10 gol in campionato più altri due nei playoff regionali di Eccellenza contro San Giorgio Sedico e LiaPiave. «All’andata il nostro obiettivo era di rimanere in partita, in modo da giocarci il tutto per tutto tra le mura amiche. Lo 0-0 è un risultato che ci sta, è stata la classica partita condizionata dalla tensione per l’elevata posta in palio. Non siamo abituati a giocare su un terreno sintetico e piccolo. La Calvina mi è sembrata una bella squadra, ma comunque alla nostra portata». Zanatta, ex Nervesa, Feltre, Giorgione, Montebelluna ed Eurocalcio, al suo terzo anno di fila a Istrana (il quinto in totale), si dice speranzoso: «In linea di massima le partite fondamentali tendiamo a non sbagliarle, soprattutto a livello di atteggiamento: lo abbiamo dimostrato anche nei due turni dei playoff regionali. Tuttavia gare come queste, che si giocano anche sulle emozioni e il sangue freddo, possono essere decise da singoli episodi. L’auspicio è di chiuderla prima dei tempi supplementari. A questo punto della stagione la stanchezza comincia a farsi sentire, e il caldo pure». All’attaccante classe 1978 va il merito di aver tenuto su il reparto avanzato, a lungo penalizzato dagli infortuni di Comin e Bellè: «Ho stretto i denti, sopportando anche una contusione al collo che per un periodo mi ha dato fastidio. Con l’attacco al completo avremmo potuto ottenere qualche punto in più, in compenso la nostra difesa è davvero forte, ed è merito di tutto il gruppo». Il segreto per arrivare a 40 anni mantenendo certi livelli? «Innanzitutto ho avuto la fortuna di non subire gravi infortuni in carriera. Inoltre cerco di allenarmi con l’intensità di un ventenne. Non ho ancora deciso se appendere gli scarpini al chiodo: intanto mi auguro di andare avanti il più possibile nei playoff con l’Istrana».

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