L’insostenibile leggerezza di Laura

Ieri e oggi: indimenticata campionessa, Mestriner è un perno del pattinaggio

La passione per lo sport è quella di sempre: Laura Mestriner è l’indimenticata campionessa trevigiana di pattinaggio artistico a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, poi apprezzatissima allenatrice ed oggi scrupolosa insegnante di educazione fisica.

Ha una lunga storia di gare e titoli vinti ed è stata il punto di riferimento dal quale è partito un movimento, quello trevigiano, che ha sfornato a ripetizione fior di campioni.

«Iniziai spinta da papà Oscar» racconta Laura «che a soli cinque anni mi portò al palazzetto Coni, così piccola, nessuno si sarebbe mai aspettato che arrivassi a due titoli italiani juniores, sei assoluti, un terzo posto agli Europei e al bronzo ai Mondiali». E continua: «I risultati vennero anno dopo anno, spinta dal papà e mamma Lia che mi sostennero che mi motivarono all’impegno, al sacrificio, innestandoli su un talento naturale più a livello artistico che fisico, non mi sono mai pesati i sacrifici che ho dovuto affrontare». Il pattinaggio era in famiglia, perché il babbo era titolare di una fabbrica di pattini: «Ma debbo molto ad un grande allenatore, il maestro Sebenico».

Cos'è cambiato dai suoi tempi? «Mancavano allora le strutture coperte, pochi erano i tecnici qualificati, non c’erano le conoscenze tecniche, le sofisticate metodologie d’allenamento, le attrezzature, i costumi, le figure professionali come il preparatore atletico, il coreografo, l’insegnante di danza, il fisioterapista, che ci sono ora. Tutti elementi indispensabili per ottenere atleti d’élite, ma a che prezzo? Ora ci sono atleti-bambini sfruttati fin da piccoli con sedute di allenamento e carichi di lavoro spropositati, ma indispensabili, secondo tecnici e genitori, per ottenere risultati soprattutto in provincia di Treviso e nel Veneto, dove qualità e quantità sono a livelli altissimi. Bambini-ragazzi che non conoscono domeniche, ferie, compleanni, gite con gli amici; adolescenti con problemi fisici alle ginocchia o alla colonna vertebrale per sovraccarico o con grossi problemi nella sfera psichica per rapporti conflittuali con allenatore o genitori. Genitori che mettono il naso su tutto e che fanno di tutto per vedere il loro figlio salire sul gradino più alto del podio. Per non parlare dei costi, ormai arrivati alle stelle. Tutto ciò mi ha fatto abbandonare il mondo delle rotelle...».

Ha spiegazioni convincenti per la crescita esponenziale del livello del pattinaggio nella Marca: «Dagli anni Novanta in poi c’è stato un boom dovuto a una maggior quantità e qualità di tecnici, a un incremento degli impianti coperti a disposizione e del volontariato».

La seconda giovinezza per Laura arrivò avvicinandosi al pattinaggio spettacolo con il mitico Rollercircus: «Ho avuto la fortuna di creare e allenare una squadra vincitrice per anni di titoli italiani, europei e di una medaglia d’argento ai mondiali. Più di 80 ragazze in dodici anni di attività agonistica che ho portato ai massimi livelli e che mi hanno regalato momenti indimenticabili».

I bei ricordi di Lolly mitigano un po' di tristezza per il tempo che per lei sembra volato via, come una veloce piroetta...

Prando Prandi

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