Laura, la manager triatleta inventata

TREVISO. «Il colpo di pistola davanti ad uno specchio d'acqua e la linea “finish” al termine di una sgroppata a piedi, dopo essere transitati attraverso un giro ciclistico. Non serve molto: occhialini, cuffia, una bici, casco ed un paio di scarpette per mettersi in gioco e capire che il triathlon ti rapisce subito». Esordisce cosi Laura Cecchetto, nata a Castelfranco Veneto, 40 anni il prossimo 20 giugno, con in tasca una laurea in matematica, ha vissuto a Vedelago fino alla conclusione del proprio percorso universitario. Ora vive ad Imola, ma lavora a Padova come project manager, con una specializzazione nel fashion-retail.
Come nasce la passione del Triathlon ?
«Ho scoperto con grande sorpresa il nuoto, dopo aver praticato per molti anni la ginnastica artistica, una passione che ho dovuto abbandonare a causa di una "cisti ossea giovanile" che ha comportato tre fratture e otto operazioni. Sono sempre stata terrorizzata dall'acqua, fin da piccola, e non avevo mai pensato prima d'ora di imparare a nuotare. Ma nel 2009 è arrivata la svolta. Sono andata in vacanza nel Mar Rosso ed ho provato lo snorkeling, con muta, salvagente, e istruttore. Credo di essere riuscita a rimanere in acqua al massimo trenta secondi. Ma in quel brevissimo tempo, ho visto un pesce bellissimo e mi sono fatta "contagiare" dal coraggio. Quando sono rientrata in Italia mi sono iscritta ad un corso di nuoto. Non ho più smesso di nuotare, iniziando cosi ad "esplorare" il mondo del triathlon. Dopo due anni mi hanno chiesto di iscrivermi nei master per partecipare alle gare. Nel 2014 mi sono trasferita ad Imola e lì, in piscina, ho conosciuto il mio compagno, che praticava il triathlon da sei anni. Cosi è iniziata la mia prima esperienza da triatleta in uno sprint ad Oderzo nel 2015. Mi sono iscritta alla Imola Triathlon nel 2016 e con questa squadra ho partecipato alle gare omologate dalla Federazione Triathlon.
Cosa significa essere essere triathleta ?
«Per essere triatleta bisogna avere fantasia, passione, versatilità. Per emergere, oltre alla passione occorrono la determinazione, se poi c'è un po' di talento le cose vengono indubbiamente più facili. Nel 2012 i medici mi hanno trapiantato il crociato anteriore sinistro. Cosi mi sconsigliarono di correre, ed io ho pensato "ma chi ci pensa?" Mi sono comprata una bici e mi sono avventurata nei miei percorsi sui colli bolognesi, con allenamenti di circa tre ore. I fattori per diventare un'atleta di livello ? Servono costanza, determinazione e tenacia, ma il fattore principale per avere successo in uno sport di resistenza che richiede impegno, fisico e mentale, è la capacità di divertirsi».
Il 20 giugno compirà 40 anni, un bel traguardo.. ha qualche obiettivo agonistico?
«Ho appena corso la mezza maratona di New York, e poi mi cimenterò sulla crono scalata della Bordona, una gara sociale nei colli imolesi. I miei obiettivi agonistici di quest'anno sono sostanzialmente tre: migliorare il mio rank Fitri nello sprint e nell'olimpico».
Giancarlo Noviello
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