La Zalf più giovane di sempre

Ciclismo. Il presidente Lucchetta conferma l’impegno: «Arriveremo almeno al 40° anniversario»

CASTELFRANCO. Subito due paletti, per dare il via al 2018 della Zalf Euromobil. Il primo lo pianta Gaspare Lucchetta, che con Egidio Fior presiede il sodalizio: «S’era quasi pensato di non fare la squadra, chiudendo con il 35° anno. Ma è stato un lampo e subito abbiamo ricalibrato l’obiettivo: proseguiremo minimo fino al 40°. Siamo una scuola di ciclismo e di vita». All’altro provvede il team manager Luciano Rui, intervenendo sullo sfacelo-doping emerso dall’inchiesta della Procura di Lucca sul team toscano Altopack: «Una sconfitta per il movimento, ma anche la dimostrazione che doparsi non serve a nulla (zero vittorie nel 2017 per la squadra di Capannori, ndr). Per emergere occorrono serietà e allenamento, faccio mio l’appello del procuratore Suchan e mi rivolgo ai giovani: se avete qualche dubbio, denunciate».

S’apre con basi solide e concetti forti la nuova stagione della Zalf Euromobil Fior (pure Alessandro Ballan alla vernice), dal 1982 un’icona del dilettantismo e fucina inesauribile di talenti. L’avventura riprende (sabato San Geo e Firenze-Empoli, domenica Castello Roganzuolo) con un organico baby e largamente rinnovato: 11 innesti sui 16 in rosa, due primi (Bobbo e Pietrobon) e sette secondi anni, l’unico Élite Gianluca Milani. «Alle Continental non crediamo, andare all’università senza fare le superiori non porta a nulla», rimarca Rui. «La nostra mission, magari più accelerata di un tempo (cita Conci, ndr), è togliere le rotelle dalle bici dei ragazzi, aiutandoli a correre da soli. Non a caso, schiereremo forse la più giovane Zalf di sempre». Inevitabile discutere del Giro U23 e della crono finale a San Pietro di Feletto: «Mi pare abbiano un po’ calcato la mano, ma nove tappe è una bella sfida», riflette il ds Gianni Faresin. «Percorso durissimo, per Ca’ del Poggio bisognerà valutare se utilizzare la bici da crono o da strada. Noi italiani partiamo sfavoriti rispetto ai team esteri, più avvezzi alle gare a tappe: ho visto però stranieri dominare le nostre Internazionali e poi perdersi fra i pro».

Giovanni Lonardi (riserva a Bergen) e Alberto Dainese sono le punte per le volate, al Giro baby l’uomo classifica sarà Samuele Battistella, atteso nelle corse dure come Fabrello e Faresin junior. «Giovani come Battistella o Caiati vanno fatti crescere gradualmente», promette Rui. «Ma non è detto che la Colpack sarà ancora la numero uno». Milani, 26 anni, veste il Tricolore Élite. Una chioccia che tratteggiano già come “allenatore in campo”: «Ho sperato di passare pro, ma qui un posto me l’avrebbero sempre riservato. Se in futuro salirò in ammiraglia? Chissà».

Rosa: Pasquale Abenante, Samuele Battistella, Riccardo Bobbo, Nicola Breda, Aldo Caiati, Mattia Cristofaletti, Alberto Dainese, Lorenzo Fabrello, Edoardo Faresin, Edoardo Ferri, Gregorio Ferri, Giovanni Lonardi, Leonardo Marchiori, Gianluca Milani, Andrea Pietrobon, Matteo Zurlo.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso