Judo Treviso, addio alla sede ma con sorriso Viale Montegrappa resterà per tutti un ricordo

LA CERIMONIA
TREVISO. . «Se non cambiasse mai nulla, non esisterebbero le farfalle». Basta scartabellare un po' sul web e lo scovate. È l'aforisma di un anonimo, diventato per l'occasione la frase di tutti. Quella con cui il Judo Treviso ha deciso di archiviare il mezzo secolo trascorso in viale Monte Grappa, tanto da sceglierla per la maglietta celebrativa che ha contrassegnato il “saluto al dojo”, la grande réunion di giovedì scorso nella palestra che ha visto crescere generazioni di trevigiani. La storia è nota: la storica società cittadina ha visto interrompersi il 30 giugno una lunga parentesi iniziata nel 1970, quando il maestro Berardino De Carlo, fra i 18 fondatori, volle convertire l'ex acetificio a ridosso delle mura nel ritrovo degli amanti dei tatami. Ma nulla è eterno, come la dirigenza ha voluto ribadire con il messaggio lanciato dagli oltre 100 fra tesserati attuali ed ex aficionados riuniti per il brindisi che ha chiuso 48 anni di emozioni e conquiste (ma il club, che debuttò alla palestra Verdi, ne festeggerà 60 il 1º aprile 2019 e da settembre si sposterà in via provvisoria alle scuole Serena). Il cambio di proprietà della storica palazzina ha modificato lo scenario e, nei prossimi mesi, laddove da pomeriggio a sera si susseguivano i combattimenti di judo, troveranno spazio nuovi appartamenti. Un loft, stando alle indicazioni della “Tazio srl”, ben visibili all'ingresso della sede. Un cantiere che sta per aprirsi accanto ad un altro già operativo da tempo. A uno sguardo dalla palestra, la corte interna vede infatti garage ormai completati, ponteggi e betoniere pronte all'uso. La ferita è dolorosa, lasciare quello scrigno di ricordi fa male a tanti. Anzitutto al quasi 90enne Berardino. Nella vita bisogna saper ricominciare, il congedo da viale Monte Grappa può elevarsi a opportunità: «Forse era arrivato il momento di cambiare, lasciare questa sede può aiutarci a migliorare e crescere», il pensiero di Enzo De Carlo, figlio di Berardino e presidente del sodalizio. E, rivolto ai numerosi che non hanno voluto mancare nell'ultimo giorno d'attività della palestra, ha aggiunto: «Penso tutti abbiate un ricordo di queste pareti, con questa maglietta (che include l'immagine stilizzata della sede, ndr) lo conserverete per sempre. Ora però guardiamo avanti: noi judoka siamo gente tosta, non molliamo mai». Gli ha fatto eco papà Berardino: «Questo deve essere un punto di partenza». La dirigenza ha voluto trasformare il sempre complicato momento della separazione in una festa, guastata però alla vigilia dalla notizia della morte improvvisa a 60 anni di Lorenzo Valese, ex maestro in viale Monte Grappa e poi fondatore del Judo Roncade. «Ci viene in mente la sua grande simpatia», ha detto De Carlo junior, innescando l'applauso commosso dei presenti. Una réunion che ha fatto vibrare i cuori: dovevate vederli gli ex judoka con i capelli brizzolati, per una sera di nuovo a piedi nudi sul tatami calpestato in gioventù. La foto di gruppo con i compagni d'allenamento dell'adolescenza e dell'età dei sogni. Tanti hanno fatto carriera nei rispettivi ambiti professionali, ma non hanno mai spezzato il legame con viale Monte Grappa. Nel giorno del congedo, hanno fatto capolino gli avvocati Antonio Guarnieri e Federico Vianelli, l'ex azzurro del rugby Alvise Russo, l'addetto stampa di Imoco e De' Longhi Simone Fregonese. Nonché tre quinti dei fratelli Bramezza, tutti ex soci. Laura, ex tricolore della disciplina e ora dirigente Benetton, non ci tornava da una vita: «Credo dal '74, una volta avevo portato mio nipote. Bellissima sensazione, tutto è come allora. Auguro al Judo Treviso di trovare una collocazione idonea: prim'ancora di praticare sport, qui s'insegnano educazione e senso del dovere». —
MATTIA TOFFOLETTO. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
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