Insegna a vivere per sorridere
il ricordo
Sorriso. E’ la parola che ritorna più spesso sulle labbra degli amici di Sara, che già due ore prima affollano il sagrato della chiesa di Ponte di Piave. Poco distante il fiume ruggisce per la piena appena transitata, sotto il campanile un timido sole prova a scaldare i cuori e a vincere le tinte ancora tenebrose del cielo. «Il suo era un sorriso splendido – dice la compagna e amica Raffaella Calloni, con lei fino all'ultimo respiro – e senza rendersene conto ci ha insegnato tante cose. Mi resterà la sua grande anima bella. La amerò sempre tantissimo». Luca Porzio ha passato con la famiglia Anzanello l’intera giornata di ieri. «Scherzando, come lei avrebbe fatto, direi che non serviva tutto questo per radunare tutti i suoi amici; magari bastava solo una telefonata. Aveva un cuore d’oro e ho voluto mantenere la promessa che le avevo fatto 5 anni fa, in occasione del trapianto: se le cose non fossero andate bene, avremmo dovuto comunque brindare e festeggiare, come abbiamo fatto ieri sera con la famiglia e gli amici più stretti».
L’altra promessa mantenuta era quella sull’abbigliamento da tenere. «Ci ha chiesto di venire con la tuta e lo abbiamo fatto – spiega coach Marco Gaspari – perché lo sport è stata tutta la sua vita. Era di una semplicità e solarità uniche; ha dato tanto allo sport, da giocatrice prima e negli ultimi anni anche coi ragazzini a cui insegnava che solo con la fatica e l’impegno si possono ottenere risultati». Si sono così viste le divise di Villa Cortese, Novara, del Volley Ponte di Piave, dell’Imoco Conegliano, di Trento e altre società; presenti i tifosi della NPU Conegliano, la Gioventù gialloblù, dirigenti del Coni, tecnici e tante giocatrici.
Oltre a Calloni, anche Rachele Sangiuliano ha accompagnato il fidanzato di Sara al microfono per la lettura del suo testamento; commossa fin dal suo arrivo Paola Cardullo, presente anche con Carolina Costagrande, Tai Aguero, Elisa Togut, Francesca Ferretti, coach Massimo Barbolini, il dj Ringo. Da Latisana è arrivato il signor Guerrino Pin, originario di Cordignano, che conobbe Sara negli anni in cui si trasferì a giocare in Friuli. «Ancora non avevamo il palazzetto completato e giocavamo in una palestra vicina; di quegli anni ricordo lo spirito di gruppo con cui si vivevano gli allenamenti, le gare e soprattutto le trasferte. Il papà di Sara forniva spesso le damigiane di vino e il clima era sempre di compagnia; io mi occupavo delle riprese video, ma, come spesso succede, svolgevo anche altri compiti. Sara la ricordo come tutti le centrali: grande e buona, sempre allegra».
«Faremo nostri i suoi insegnamenti – aggiunge ancora Calloni – quelli di vivere cercando di sorridere, perché non possiamo decidere sempre quello che ci capita, ma dobbiamo accettare le situazioni in cui ci troviamo». —
M.C.
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