Basket, TvB ce la mette tutta ma nel finale crolla contro Brescia

In quella che quasi sicuramente sarà l’ultima partita con Vitucci sulla panchina biancoceleste la Nutribullet cerca l’impresa al Palalonessa, ma la Germani ha la meglio 

Federico Bettuzzi
Il co-capitano di TvB Bruno Mascolo
Il co-capitano di TvB Bruno Mascolo

Il punteggio finale di una partita non sempre racconta la verità. Un esempio lampante è il 114-91 del tabellone luminoso del PalaLeonessa che fotografa la vittoria della Germani sulla Nutribullet: a guardare lo scarto conclusivo si potrebbe pensare a una partita a senso unico a favore dei lombardi. In realtà per tre quarti di partita TvB è meravigliosa. Per qualità di gioco espresso, per capacità di trovare il canestro da più posizioni, per spirito di abnegazione – Mazzola che si adatta da centro, Harrison che stringe la fasciatura alla gamba destra per poter giocare.

Basterebbero questi dettagli per restituire la reale proporzione di una gara bellissima ed emozionante, giocata tra una corazzata milionaria che punta almeno alle semifinali scudetto e una formazione assai meno costosa e che sa già di aver terminato la propria stagione. Invece la variabile impazzita si presenta a inizio ultima frazione con le sembianze di un giocatore ben conosciuto da Vitucci, da Mascolo, da Harrison, da Bowman. E da Andrea Mezzanotte, che per tre volte consecutive perde sull’arco Jason Burnell il quale ringrazia e alza la mano: tripla, tripla, tripla. In un amen Treviso si ritrova a -10 (85-75) e la gara sostanzialmente finisce.

Anche perché le energie psicofisiche terminano con la botta accusata, che è pesante dopo trenta minuti punto a punto. E se ancora oggi gli storici si domandano con un pizzico di malizia se il volto del mondo sarebbe stato diverso qualora il naso di Cleopatra fosse stato più corto, è lecito chiedersi se il risultato di Germani-Nutribullet sarebbe stato diverso senza gli errori difensivi dell’ala bergamasca. Al di là degli esercizi di retorica e di ipotesi, la stagione 2024-25 di TvB finisce in archivio con una sconfitta indolore. E con la sensazione che con qualche variabile positiva a favore ossia meno infortuni e qualche canestro in più, magari ci sarebbero state più soddisfazioni, più vittorie, forse la partecipazione alle Final Eight oppure ai playoff. È importante piuttosto sottolineare la solidità di un gruppo che si è cementato nelle difficoltà: le ultime tre vittorie e anche la prestazione offerta a Brescia non sono frutto del caso. Così come l’assenza di Caroline (unico corpo estraneo, va rimarcato) favorisce un gioco più fluido e veloce che esalta la vena offensiva dei biancocelesti.

Non è abbastanza per vincere al PalaLeonessa, ma è sufficiente per regalare un finale di stagione più bello ai tifosi trevigiani. Che magari, sul +11 (19-30) di Harrison si saranno domandati se non sia stato un errore fischiare l’alaskiano negli ultimi due mesi. O che avranno rivisto le valutazioni di Mazzola, finalmente in uno stato di forma decente. O che avranno capito che l’esaltazione di Bowman (che regala spettacolo tra triple e schiacciate nel traffico) e di Olisevicius (un bombardiere di razza) è merito di chi disegna gli schemi, di chi trova gli assetti giusti, di chi motiva i giocatori e di chi li protegge nei momenti inevitabili di crisi. L’identikit porta a Frank Vitucci, che dopo due stagioni umanamente difficili e stressanti avrebbe diritto ad essere ringraziato. Questo undicesimo posto con i doppi scalpi di Tortona e Venezia è merito suo, anche se troppi tendono a dimenticarlo.

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