«Incredibile, dammi un pizzicotto» Gioia per Asia, Moki, Robin e Miriam

La bandiera De Gennaro: «L’ultimo punto? Stavo pensando già alla palla successiva» Capitan Wolosz: «Finalmente ce l’abbiamo fatta, è stata la più bella partita possibile» 
Federico Cipolla Mirco Cavallin

la grande festa

La vittoria, i balli sfrenati in spogliatoio, l’ormai immancabile foto di Wolosz senza veli con la coppa. E poi la macarena in autogrill, il ritorno all’Imoco Village in tarda notte, e ovviamente anche ieri tanta festa, mentre qualcuna preparava i bagagli per partire con le Nazionali. La festa per l’Imoco in realtà è appena cominciato.

Anche per Monica De Gennaro, come per l’Imoco, è stato il 13° trofeo, il più agognato e inseguito da anni. «Qualche ora di insonnia è valsa sicuramente questa coppa. Vincere contro una squadra fortissima e soffrendo è stato ancora più bello. Grazie alla società e allo staff che hanno lavorato molto per arrivare a questo traguardo». Visto dal campo, il momento decisivo del videocheck che ha deciso l’incontro, è stato differente. «Stavo già pensando a cosa fare nello scambio successivo; non ho visto il pallone di Paola cadere a terra, perché avevo la visuale coperta, ma le mie compagne mi hanno detto che era fuori. Nessuna di noi ha pensato al tocco del muro; abbiamo aspettato come al solito l’esito del controllo, che alla fine ci ha dato ragione». Il Vakif aveva molte armi. «Abbiamo faticato a contenere Haak e a metterle in difficoltà con la nostra battuta; dall’altra parte noi siamo riuscite a contrattaccare, senza perderci d’animo, usando muro e difesa per la fase break». Moki ha dedicato la vittoria alla famiglia, che rivedrà dopo quasi un anno, prima di tornare iniziare a preparare le Olimpiadi. «Rivolgo un pensiero anche a Paolone, che sicuramente ha urlato e festeggiato con noi, e al gruppo di tifosi che è arrivato comunque a Verona per sostenerci. Non ce l’aspettavamo proprio». Dopo quattro anni se ne va Hill, uno degli elementi cardine. «Mi dispiace moltissimo, come atleta e come persona; è stato un onore averla a fianco».

Miriam Sylla è forse l’unica che non può essere contenta della sua prestazione, ma la vittoria del trofeo, dopo una cavalcata a cui ha contribuito fino alla finale, è la panacea di tutti i mali. «Non penso di essere diventata una schiappa, è stata una partita sbagliata, forse ho sentito un po’ la tensione. Ma ho fatto quello che potevo, poi è entrata Mckenzie che ha fatto meglio di me», ammette la schiacciatrice. Una partita in cui anche quando il Vakifbank sembrava avere qualcosa in più l’Imoco è rimasta in controllo: «la tenacia è stata determinante, siamo arrivate a Verona con un obiettivo. Paola è stata brava a gestire bene ogni situazione. È un sogno che si è realizzato. E l’abbiamo fatto senza mai perdere nemmeno una partita, che non è mai stato un nostro obiettivo, noi scendiamo in campo solo per vincere e superare noi stesse. Punto. Brave noi, bravi tutti. Se mi dicono che l’anno prossimo ci tocca fare un altro anno di quarantena per vincerla ancora tra un anno, beh, dai, io ci sto, sono pronta».

Al quinto tentativo ha vinto la sua prima Champions anche Robin De Kruijf. «Loro restano una squadra fortissima e anche intelligente. Ci aspettavamo una gara molto difficile, non poteva andare diversamente. Sono orgogliosa di come è arrivata la vittoria; questo e gli altri trofei per me contano meno delle 64 vittorie consecutive. Lo avevamo detto anche l’anno scorso che volevamo vincere tutto e sapevamo di aver la squadra per poterlo fare». Ieri “the queen” insieme a Kim Hill, Wolosz e Rapha Folie col fidanzato David si sono divertite a cantare a squarciagola in auto e sfoggiando la medaglia d’oro conquistata a Verona: da “Total eclypse of the heart” a “We are the champions” il passo è stato breve. E ferme ad un semaforo e incrociando un’altra vettura si sono sentite urlare “brave”.

Il capitano Asia Wolosz, che per due volte ha sfiorato la coppa senza riuscire ad afferrarla fino a ieri, è quasi senza parole: «Non ci credo ancora, voglio un pizzicotto. Sono orgogliosa della squadra e della società, finalmente siamo riuscite a portare a causa questo risultato. Credo sia stata la partita più bella possibile, tra le due squadre migliori al mondo. Penso che avrei potuto giocare un po’ meglio, anche nell’arco della stagione. Ma ora godiamoci il momento, il prossimo potremo fare anche meglio». Oggi il pensiero è ai tifosi: «non vedo l’ora di poter festeggiare a Conegliano in piazza Cima e portare i trofei che abbiamo conquistato. Giocare senza di loro è stato difficile, glielo dovevamo». —

Federico Cipolla

Mirco Cavallin

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