Full metal Benetton Un team building portando tronchi e guadando canali

Allenamento a sorpresa per i leoni ieri alla fattoria Faraon Percorso di guerra: pareti da scalare e staffette nell’acqua

Silvano Focarelli / TREVISO

Qualcosa a metà fra la Spartan Race e Giochi senza Frontiere: il team building quest'anno il Benetton Rugby lo ha svolto quest'anno nell'azienda agricola di Alvise Faraon (ex rugbista, tanto per capirci) fra Quinto e Zero Branco. Competizioni molto poco scherzose e certamente faticose, per cementare lo spirito di gruppo abbinando la competitività. E' successo venerdì mattina: i Leoni sono stati svegliati ed avvertiti, senza preavviso, di ciò che li avrebbe attesi di lì a poco. Si è trattato di affrontare un circuito ad ostacoli caratterizzato da diverse prove fisiche dividendosi in otto gruppi da sei giocatori: undici ardue tappe a tempo di un percorso non esattamente per gente comune. Le squadre erano miste, cioè composte di avanti e trequarti, e ad ogni stazione di gara i membri dello staff controllavano la validità delle prove e annotavano i relativi tempi. Anche questi sono test agonistici.

Pure gli atleti acciaccati hanno svolto una sessione d’allenamento e recupero all’interno dei corsi d’acqua della tenuta agricola, con prove fisiche ad hoc. Qualche esempio: lancio del tronco (pesante circa 40 kg) o staffette in cui il testimone era un altro ponderoso pezzo di legno, fra l'altro guadando un canale con l'acqua che arrivava alla cintola. O ancora: corsa con carriola colma di sassi (non ridete, provate voi), scalata di una parete grazie a delle reti (e qui siamo a livelli di Full Metal Jacket), arrampicarsi su un muro con dei fori aiutandosi con pezzi di legno: per un pilone sentirsi Messner dev'essere stato esaltante. Alla fine, erano le 11.30, grigliata generale e riposo fino a domenica prossima.

Chiaramente un’attività diversa dal solito che ha permesso di rafforzare il legame di squadra fra i Leoni, per una comunque riuscita attività di team building sviluppata grazie e soprattutto alla disponibilità di Alvise Faraon: «Per me è un grandissimo piacere aver ricevuto i ragazzi del Benetton che sono principalmente miei amici, prima che atleti. È stato un onore averli nella mia casa e poterli “testare” per il mio nuovo progetto, sono sicuro che i ragazzi sono stati ampiamente messi alla prova – ha commentato Faraon – Il Benetton per me rimane sempre una seconda famiglia e alcuni dei giocatori sono persino miei vecchi compagni di squadra».

Il preparatore fisico biancoverde Giacomo Vigna, responsabile di tutta questa faticaccia, ha aggiunto: «Al termine del ciclo di 4 settimane d’allenamento, come staff abbiamo pensato di organizzare una giornata diversa che permettesse ai ragazzi di lavorare in una maniera meno convenzionale, concentrandosi anche sull’importanza dello spirito di gruppo. Da qui l’idea di sorprendere la squadra con una giornata di team building, offrendo loro una modalità di allenamento alternativa pur mantenendo la stessa intensità del lavoro svolto in queste settimane tra campo e palestra. Infine teniamo a ringraziare Alvise per l’organizzazione e per averci permesso di realizzare tutto ciò». —

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