Foltran, è di Treviso l'asso del volante virtuale

Treviso, il 17enne in gara con il simulatore ad Abu Dhabi per i campionati del mondo degli eSports: «Il mio sogno è la Ferrari»

PIEVE DI SOLIGO. Chi l’ha detto che i videogame sono solo un gioco? Provate a dirlo ad Alberto Foltran, 17enne di Pieve di Soligo che frequenta la 4ª superiore del liceo delle scienze applicate “Casagrande” del suo paese. La settimana scorsa la sua passione per la Formula 1 - e i giochi elettronici - gli ha regalato un’esperienza unica: ha partecipato ai primi campionati mondiali di eSports (“electronical sports”). Per le finali è volato ad Abu Dhabi con la sorella: essendo minorenne, non poteva andarci da solo. Ma non si creda che Alberto sia uno di quei ragazzi che passano ore e ore davanti ai videogiochi: «Io studio e ho una vita sociale attiva, non gioco mai più di un’ora e mezza al giorno. E ci sono giorni in cui proprio non gioco», spiega.



La sua partecipazione ai primi campionati del mondo di eSports ha radici lontane: da sempre appassionato di motori, ha iniziato a giocare con i videogiochi a 5 anni, imitando le gesta di Michael Schumacher e Juan Pablo Montoya grazie allo che gli faceva usare “Formula 1 2001”. Qualche anno fa è arrivata la PS4: «Ho provato a giocare senza gli aiuti alla guida. Ho visto che ero bravetto e abbiamo comprato un volante economico che mi ha fatto vincere le prime gare online. In rete ho costruito nuove amicizie e nel 2015 mi sono iscritto a un campionato». All’inizio è stato durissima, ma già dall’anno dopo Alberto ha iniziato a vincere i suoi primi titoli, finché quest’anno non ha vinto la difficilissima Master League, che raccoglie i migliori piloti italiani e stranieri. Ad agosto sono comparse le prime pubblicità del campionato del mondo, che metteva in palio per il primo classificato 2 mila dollari e la gloria. «C’ho provato senza grandi pretese», dice adesso il 17enne di Pieve. Subito ha fatto mangiare l’asfalto a molti dei 63.827 giocatori iscritti al torneo: «Mi sono qualificato nella top 40 e sono andato a Londra a giocarmi le semifinali, dove ho staccato il biglietto per Abu Dhabi».



Alberto avrebbe lottato per il campionato con altri 19 ragazzi provenienti da tutto il mondo. Partito mercoledì scorso, il giovane pievigino ha iniziato le gare venerdì. Il programma prevedeva tre gare al 25% della lunghezza delle gare “vere” sui circuiti di Montreal, Spa e Yas Marina, il preferito di Alberto: «Le qualifiche sono andate male: a Montreal si correva sotto l’acqua e non avevo mai provato in quelle condizioni. Sono partito molto indietro». E, come nella realtà, recuperare posizioni nel corso della gara non è stato per niente facile: il pilota “elettronico” deve gestire il consumo delle gomme e quello della benzina, deve stare attento a non danneggiare la propria vettura e può incappare in penalità se la sua guida non rispetta il regolamento della Formula 1 (di contro, la fisica delle vetture non è sempre realistica).



Le gare sono state tiratissime: «Ma partendo dietro non ho potuto fare granché. Se si formavano dei gruppetti era quasi impossibile sbarazzarsi di chi andava più piano». Alberto ha chiuso al 16° posto il campionato del mondo a bordo della sua Sauber. La vettura scelta non deve ingannare: tutte le macchine godevano delle stesse prestazioni della Mercedes. Vinceva chi alzava il piede per ultimo. Alberto ieri è tornato dietro i banchi del suo liceo. Deve studiare sodo se vuole raggiungere il suo sogno: «Voglio diventare ingegnere in Formula 1, il sogno sarebbe quello di lavorare per la Ferrari». Per questo non ha pensato alle Olimpiadi, visto che il Cio sta per far diventare olimpici gli sport elettronici: «Dura farlo diventare un lavoro, ma se arrivano i Giochi, benissimo».
 

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