Favarato: «Pagherò tutti i debiti della Triestina»

Calcio serie D. L’imprenditore trevigiano è il nuovo patron del team alabardato: «Lo staff è già pronto»
Doro Quinto nuovo allenatore Unionquinto calcio stefano romanin in foto da sx ds barbon romanin e favarato
Doro Quinto nuovo allenatore Unionquinto calcio stefano romanin in foto da sx ds barbon romanin e favarato

TREVISO. Del giallo della fidejussione non gliene importa proprio nulla. I soldi? Non sono mica pochi 500mila euro? «Tutto è apposto. Abbiamo fatto tutto, proprio tutto il possibile. Ora dobbiamo pensare solo al calcio. So che ci vogliono soldi. Li metteremo. Non voglio polemiche. Dobbiamo fare bella figura». Risponde dalla macchina Silvano Favarato, di fatto il nuovo proprietario della Triestina. L’altro giorno è entrato quasi all’improvviso nello studio del giudice Riccardo Merluzzi durante l’udienza convocata per il fallimento e sbaragliando i presenti ha appoggiato sulla scrivania la fotocopia di una fidejussione per 500mila euro e ha detto: «La Triestina la compro io». Poi libretto degli assegni in mano ha pagato buona parte dei creditori: in tutto 45mila euro. Ha firmato gli assegni e li ha consegnati. Uno dopo l’altro. Dice: «Sto tornando a Treviso perché devo lavorare e non ho molto tempo. Non è che i soldi arrivano dalla sera alla mattina. Bisogna lavorare». Annuncia: «Torno domani (ndr, mercoledì) a Trieste e convoco un incontro. Domani ufficializzo lo staff. I giocatori sono tutti confermati, quelli non lista di svincolo. Ho molte idee e tanti programmi. Perché Trieste non è un paese come Quinto. Questa è una vera città, è una piazza importante. E la Triestina ha un passato importante. Voglio fare bella figura. Pagheremo tutti i debiti, non ci sono problemi».

Ribadisce: «Non mi tiro indietro. Non l’ho mai fatto» Ripete: «Questa è un’occasione importante. Per me e soprattutto per la città».

Silvano Favarato si presenta con un passato un po’ burrascoso come titolare della Eurocamion, qualche anno fa fallita. È stato coinvolto in una vicenda giudiziaria di bancarotta e poi è uscito dall'inchiesta con una sentenza per reato prescritto. E come presidente dell'Union Quinto ha alle spalle un’agitata gestione della squadra trevigiana: beghe contro quel Comune per la gestione dello stadio, annunci clamorosi sulle ambizioni sportive della società e seguenti retrocessioni e penalizzazioni. Ma vanta infine anche una causa in corso per non aver pagato un allenatore: per questo un mese fa è stato condannato a sei mesi di inibizione. In proposito dice: «Non è stata colpa mia. È stato il mio predecessore a non pagare l’allenatore. Sono una vittima...». Avrà bisogno di aiuto? C’è qualcuno che potrebbe entrare in gioco nell’affare? «Conoscevo Dario Samer. È stato il primo imprenditore che ho conosciuto a Trieste quando ho iniziato la mia attività. Con Samer collaboravo con la sua azienda». E poi gli viene in mente qualche altro nome? «Oltre che Samer penso a Pacorini e Parisi». Ha interessi anche con imprenditori turchi? Ha chiesto a loro di entrare nella Triestina? «Sì collaboro con due società turche. Mi occupo di commercio di veicoli industriali e collaboro con due aziende che si occupano di logistica e di trasporti». Ma per l’affare della Triestina ha chiesto soldi agli imprenditori turchi? «Se me lo chiedessero direi che potrebbe essere un buon investimento». Ad affiancarlo nell'operazione Triestina compaiono i nomi dei turchi Berk Eksioglj e Mehmet Efe Orgun, che come Favarato operano nel trasporto e logistica navale. Si tratta di figure di riferimento della Efe Project, sono in affari con Favarato nell'ambito strettamente lavorativo e, da un anno e mezzo e anche nella squadra del Quinto. Eksioglj, già vicepresidente del club trevigiano potrebbe ricoprire la medesima carica a Trieste: ha ereditato la passione per il calcio dallo zio, ex dirigente del Besiktas. 

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