Esposito: «Sono fiero dei ragazzi ma l’arbitraggio grida vendetta»

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Orgoglio e delusione si mischiano, come nelle peggiori domeniche. Per una ricetta che solo il calcio può creare. Il gruppo del Giorgione di mister Stefano Esposito, dopo una super cavalcata, si è dovuto arrendere alla beffa. L’ha fatto a testa alta, con tutti i propri elementi a pensare ad imporre il proprio gioco - fatto di doti tecniche e studio, oltre che di vivacità - in ogni occasione. «Sono orgoglioso di quello che i ragazzi hanno fatto e di tutto ciò che staff e società hanno portato avanti», è il commento di mister Stefano Esposito, mentre rientra a Castelfranco in quella che diventa un’analisi del “mini torneo” post Covid oltre che della gara in terra veneziana, «abbiamo fatto grandi cose in ogni campo in cui siamo andati, in ogni partita: abbiamo giocando a calcio, dicendo sempre la nostra sulla partita. Il calcio però è questo ed oggi i complimenti vanno allo Spinea. Hanno giocato con le loro armi e sono arrivati in fondo con il giusto entusiasmo: a loro quindi non può che andare un plauso».
Ma i sentimenti, ripensando alla sfida sul terreno del Salvador Allende, prendono il sapore amaro. «È chiaro però che il rigore del primo tempo grida vendetta ed ha cambiato le sorti della partita e così del campionato: tutto il resto viene dopo ed è stato condizionato da quell’episodio. Se poi aggiungiamo l’espulsione di un giocatore dalla panchina che stava incitando i propri compagni, battendo le mani, viene davvero difficile parlare. L’assenza di Bonaldi? Non è questione di assenze. Abbiamo fatto la partita, dominato dal primo all’ultimo minuto senza mai mollare, anche in dieci. I nostri avversari, di fatto, non hanno mai tirato mentre in tutti i nostri episodi, evidentemente il pallone non doveva entrare. Penso alle almeno quattro occasioni in area piccola: potevamo stare lì ancora per giorni e la palla non sarebbe entrata comunque» prosegue nell’analisi il mister rossostellato, che rivendicar quanto costruito.
«Il futuro? Vedremo, intanto dobbiamo assorbire il colpo di questa grande delusione, ma farlo a testa alta, consapevoli di cosa è stato creato. Poi quando sarà ora di ripartire ne parleremo. In tutto ciò, però, un ringraziamento enorme ai nostri tifosi, al presidente Orfeo Antonello, al dg Graziano Mancon, a tutta la società e allo staff: dispiace perché volevamo volevamo regalare a tutti loro la gioia della promozione e non ci siamo riusciti». La stella rossostellata se non si è accesa di gioia, però si è riempita di orgoglio. Conta meno, certo, nella sostanza. Ma le recriminazioni a sè stessi, di certo, non ci sono. Ed è un gran punto di partenza. — A.B.V.
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