Da Susegana a Marrakech, raid del deserto in Panda

SUSEGANA. Metti una Panda del 1988 pagata 300 euro. Metti un paio di ragazzi volonterosi e con una certa dimestichezza a livello di meccanica. Il progetto “Panda Raid” nasce così: senso dell’avventura, gusto per il fai-da-te, voglia di festeggiare il compleanno in modo del tutto singolare. Aggiungici il fascino del deserto e delle speciali della Parigi-Dakar. Facile comprendere, perché i due amici abbiano colto al volo l’occasione.
Matteo Gaggia compie 30 anni nel 2018 e il regalo che s’è fatto si discosta decisamente dalla passione coltivata fino ai 22 anni: l’ex ciclista di Ponte della Priula ha corso infatti con Basso Piave, Bata e Trevigiani (più noto il fratello Marco, dilettante fino al 2015 con la Zalf), salvo poi aprire un ristorante a Jesolo e dilettarsi la notte come dj. Il compagno di viaggio è Marco Dal Mas, 24enne di Corbanese di Tarzo, che con la famiglia gestisce un ingrosso di ortofrutta. «Tutto è nato da una chiacchierata con Roberto Bianchin, che abita a Conegliano ed è referente di Panda Raid Italia», racconta Gaggia, «Una scommessa che sta per diventare realtà».

La 10ª edizione del rally si disputerà, dal 2 al 10 marzo, fra Spagna e Marocco: partenza da Madrid ed epilogo a Marrakech. Le Panda devono essere riadattate, il lavoro sta procedendo bene. Ma qualche sponsor a sostegno è gradito: «Ne abbiamo già trovati, ma qualche aiuto in più non sarebbe male. Specie per la finalità umanitaria». I concorrenti doteranno le vetture di montacarichi per trasportare derrate alimentari e biciclette da consegnare nelle scuole del Marocco.

«Ho iniziato a girare in Panda per fare la spesa a Jesolo», spiega Matteo, «È stata lei convincermi, a suggerirmi quest’esperienza. Non mi è parso vero». Hanno chiamato il team “Snotol”, giocando con il termine inglese “snorkel” (il "boccaglio" che permetterà di attraversare i fiumi). C’è pure un gruppo Facebook, dove viene descritta, step by step, la rielaborazione dell’auto. Un’officina virtuale. In poche settimane, la Panda è stata sventrata e svuotata. L’hanno rinforzata con lamiere più spesse, nonché equipaggiata con ammortizzatori che possano resistere alle sollecitazioni dei percorsi della Dakar. Cambiano pure i pneumatici, ora adatti al fuoristrada. Non secondario, il potenziamento della cilindrata: il motore salirà da 40 a 70 cavalli. La riverniciatura servirà a personalizzare la sfida. «Ogni giornata prevede un campo base, dormiremo in tenda», conclude Gaggia, «Il bello è che non ho mai dormito in tenda. E lo farò, per la prima volta, nel Sahara».
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