Coach “Pero” tornato tra i suoi ragazzi «Anche chi mi odiava si è commosso»

treviso. Petar “Pero” Skansi va per i 77. È in pensione da un pezzo e ha qualche problema di salute, l’altra sera però non poteva mancare, è venuto da Spalato per essere al suo posto. Non era la panchina dello scudetto 1992 ma poco importa: l’Old Star Game ha riportato a casa gli eroi di quello ed altri trionfi e tanto è bastato per placare la nostalgia di quei tempi sempre più lontani. «Da allora al Palaverde non c’ero più venuto», racconta il coach croato, «non era una partita di campionato ma l’amore e la passione per la propria squadra resta. Mi sono divertito, è stata una festa, ho rivisto tantissimi amici e giocatori che mi hanno detto: anche se in passato ti avevamo “odiato”, a vederti ci siamo commossi. Ed ho visto con tanto piacere anche la signora Benetton, sono molto legato alla famiglia: quando ho saputo della scomparsa di Gilberto non me l’aspettavo, vivo lontano: un brutto colpo. In Croazia sono stato vice ministro dello sport, esperienza che non mi è piaciuta granché, però sono orgoglioso di aver fatto approvare un fondo pensione per i campioni che hanno vinto medaglie. E lotto contro la malattia, però tutto sommato sto abbastanza bene: in questi casi se ti metti a piangere è finita invece io pur con tutti i problemi che ho tiro avanti».
Uno dei giocatori di Skansi è l’avvocato in Mogliano Alberto Vianini, 51 anni. «Ci hanno fatto un regalo meraviglioso, l’Old è un’idea strepitosa per rivivere emozioni e momenti, anche se non siamo più così belli da vedere: ormai è difficile poterci ritrovare tutti assieme. Mi sono emozionato a rivedere Norris e Generali e gli altri dei Moana’s, la prima reunion dopo 30 anni. La partita è stata solo la cornice, il quadro era altro». Per uno che solo in serie A è stato in campo oltre 19 mila minuti, giocando 685 partite e segnando 6637 punti, poteva una rimpatriata procurare un tuffo al cuore? Certo che sì. «Difficile trovare le parole», esclama il mental coach Ricky Pittis, altro 51enne, «una serie di emozioni che pensavi assopite e che invece si sono rimesse in moto in un secondo. Nel 2012 dopo TvB avevo promesso di non giocare più ma sono riusciti a riportarmi in campo: meno male che non ho fatto la sciocchezza di rifiutare. Ma stavolta è stata davvero l’ultima, lo giuro».
Il procuratore Massimo Minto, fra poco 55enne, s’è visto passare davanti una carriera intera. «Ho rivissuto la preistoria e la storia contemporanea: dal Palaverde mancavo da 16 anni, non credevo di potermi emozionare ed invece è successo. E sarebbe bellissimo farne ancora di serate così. Ricordo i tifosi, i dirigenti di allora, grandi maestri di vita, non i 44 punti (record individuale per Treviso ndr): quella sera a Fabriano perdemmo». Il 39enne BokiNachbar vive a Siviglia: «A rivedere amici di 20 anni fa anch’io ero molto emozionato, è stato un giorno speciale per me. Io ormai posso giocare queste partite ma il basket seriamente no…». Un altro che si è mantenuto bene è Marco Mordente, 41 anni, che la dolce Ainoa, assieme ai due figlioletti, l'altra sera si mangiava con gli occhi. «Grazie per l’apprezzamento: non gioco più, ma diciamo che sono in forma discreta perchè mi alleno diversamente. La cosa più importante secondo me è aver regalato ai tifosi tante emozioni negli anni in cui io e gli altri abbiamo giocato con la Benetton, stavolta invece quelle emozioni le abbiamo rivissute tutte assieme. Io lo ero davvero molto emozionato, con questi giocatori abbiamo condiviso dei momenti bellissimi della nostra vita, in tanti era non so quanti anni che non li vedevo, Marconato invece lo vedo spesso perché vivo a Treviso». —
Silvano Focarelli
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