C’è la Granfondo Pinarello, domenica il festival del pedale a Treviso

Domenica 3.500 al via in Borgo Mazzini, due i percorsi da 106 e da 168 km. Al via Juri Chechi, il ct Davide Cassani e Antonio Rossi. Il patròn in e-bike
BOLOGNINI AG.FOTOFIOM PARTENZA GRANFONDO PINARELLO
BOLOGNINI AG.FOTOFIOM PARTENZA GRANFONDO PINARELLO

TREVISO. Amatori di tutte le età, testimonial, un brand conosciuto in tutto il mondo. Se cercate un giorno dell’anno che meglio sintetizzi la passione del ciclismo a Treviso, quello è domenica prossima e coincide con la Granfondo Pinarello. Perché il Giro d’Italia non è detto passi tutti gli anni, mentre la kermesse nata per festeggiare il compleanno della mitica maglia nera Nani - martedì ne avrebbe compiuti 96 - è dal 1995 l’appuntamento fisso di ogni metà luglio. E, rispetto a “totem” quali Maratona dles Dolomites o Nove Colli, è a suo modo unica.

«Non abbiamo il Sellaronda, ma nessuna parte e arriva in una città bella come Treviso», riflette l’organizzatore Fausto Pinarello, amministratore delegato dell’omonimo colosso. Parole che non suonano banali in una vernice “grandi firme”, che vede in prima fila Massimo Zanetti - sponsor del Grand Prix Maglia Nera, di cui la “pina” è tappa-cardine - con il fidato Luca Baraldi. Sono quasi 3.500 gli iscritti - 300 donne, 500 dall’estero in primis States e Oriente - all’edizione numero 22, che domenica scatterà alle 7.15 da piazza del Grano con il solito, nutrito cast: dal cittì azzurro Davide Cassani al presidente nazionale Fci Renato Di Rocco, dal triathleta recordman di Kona Cameron Wurf agli ex olimpionici Juri Chechi e Antonio Rossi, dall’ex fondista pluridecorato Cristian Zorzi all’immancabile delegazione del Team Sky, composta dal diesse Dario Cioni e dai pro’ Salvatore Puccio, Diego Rosa e Leonardo Basso.

Due tracciati - il “medio” di 106 km, il “lungo” da 168 km e 2.200 metri di dislivello - e tre novità rispetto all’edizione scorsa: sul piano tecnico c’è stato il ripristino della salita della Tombola evitata nel 2017 per una frana, mentre per motivi di sicurezza - il traffico non può restare chiuso in eterno - si è deciso d’includere il Montaner in luogo del "Gaiardin" e di rinunciare al rientro dalla Pontebbana, virando su Arcade da Ponte della Priula. Spartiacque sarà Ogliano, a 40 km dal via: da lì i due percorsi si separeranno. Quello più impegnativo imporrà il Cansiglio dal versante della Crosetta (invece del “Gaiardin” del 2017), 15,9 km con punte all’11%. A seguire, San Lorenzo (4,4 km, pendenza massima 8%), Muro di Ca’ del Poggio (1 km, “tira” fino a 17%) e Tombola (3,2 km, punte al 13%). Dalla celebre erta in località Rua di Feletto, i due itinerari si ricongiungeranno, puntando Borgo Mazzini.

«A Treviso non si è partecipanti, ma ospiti», premette Pinarello, «Qui vincono divertimento e passione per la bici. Senza contare l’aspetto promozionale: avremo 350 clienti da tutto il mondo. Decisivo il supporto di sponsor e volontari: ne avremo 600, coinvolgendo i club ciclistici del territorio».

Nota: per via del recente infortunio, il “padrone di casa” l’affronterà in E-bike, promettendo che nel 2019 verrà aggiunto un “percorso gourmet” per bici elettriche.

«Sono molto emozionato, è la mia prima uscita da sindaco per un grande evento», chiosa Mario Conte, «La Granfondo Pinarello è uno sforzo enorme che richiede pure 15 agenti della polizia locale e una decina di dipendenti comunali. Ma questo è solo un tassello di un progetto cui crediamo tantissimo: “Treviso capitale del ciclismo”». 
 

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