C’è Giorgione-Padova Nel 2000 puzzò di polvere da sparo

Serie D. Un solo precedente tra biancoscudati e rossostellati Passò tristemente alla storia perchè spuntarono le pistole

Domani si rivedranno e avranno un po’ di storia da scambiarsi. Ma sarà impossibile non andare a quel febbraio del 2000. alla partita... armata.

Dici Giorgione-Padova e pensi ad un pomeriggio di follia di 14 anni fa, all'ammoniaca negli spogliatoi biancoscudati, alla squadra patavina costretta a cambiarsi sul pullman, a un vicepresidente (campano) rossostellato armato – una delle parentesi più cupe della storia del Giorgione – che intimorisce i giocatori di Beruatto. Tutte le immagini che ci restituiscono le cronache di allora, sono quelle di una gara sentita e attesa che si concluse in quella che fu ribattezzata "la domenica delle pistole". Padova e Giorgione si ritrovano, domani, con ben altra dirigenza e ben altro stile, sul luogo del delitto. Ed è un peccato che il primo ricordo porti a quel pomeriggio del 2000, più che alla storia di una squadra cui il Veneto riconosce il giusto spazio. La stella a sei punte del Giorgione meriterebbe che quell’ammoniaca della vergogna si trasformasse nel solvente che cancella una memoria tanto trista.

L’ex Bellotto. «Il Giorgione è una società importante, che, con Giuseppe Ostani, Raul Pietribiasi e Gaetano Colonna, prima di quell’anno aveva avuto presidenti di grande prestigio», racconta Gianfranco Bellotto, l'allenatore padovano che a Castelfranco ha militato agli albori della carriera, prima da giocatore e poi da allenatore. «Una bellissima esperienza, quella col Giorgione», ricorda, «In Veneto è sempre stata una delle squadre più titolate. Nonostante fosse una formazione dilettantistica ha sempre portato con sé un nome importante e una buona tifoseria. Ricordo la prima volta che andai a fare un provino: allora giocavo al Campetra, mi presero. E dopo solo un anno, quando io ne avevo 16, mi fecero esordire in quarta serie».

Blasone. E se il Padova vanta blasone, il Giorgione negli anni 80-90 è stato in C2 per 12 stagioni, arrivando ad un passo dalla C/1.

«Per me è stato un punto di partenza, da giocatore e da allenatore. Quella col Padova sarà una bella partita tra due squadre con un nome importante». E torniamo al ricordo infamante. Nel 2000 le due squadre erano in C/2, s'incontrarono per la prima e unica volta nella loro storia: 13 febbraio, il Padova di Beruatto sbarca a Castelfranco. Una volta arrivata, la squadra trova lo spogliatoio cosparso di ammoniaca: impossibile respirare,decide di cambiarsi sul pullman. E quando il capitano di allora, Diego Bonavina, fa le sue rimostranze al giovane Raffaele Auriemma, figlio del presidente castellano, questi apre la giacca facendo intravedere il calcio di una pistola. Sul campo il Padova vince 2-0 coi gol di Ticli e Sanna, ma a fine gara la squadra decide di non metter nemmeno piede in spogliatoio, torna a casa in pullman con la divisa addosso e la partita termina nei tribunali: la testimonianza di Bonavina portò alla condanna a due mesi di reclusione per Auriemma.

Bonavina. «A distanza di 12 anni per me è ancora un rospo duro da tirar fuori», ricorda Bonavina, «perché a quella pagina amara del calcio è legato il nostro fallimento sportivo. Arrivammo a Castelfranco vicini ai playoff, ma il giocattolino si ruppe. Compagni e allenatore mi lasciarono da solo, persino quelli che in quei frangenti erano di fianco a me si tirarono indietro: fui l'unico a testimoniare in tribunale. Mi arrabbiai con Beruatto e con i compagni, e lo spogliatoio si sfasciò, portandoci a non raggiungere nemmeno i playoff. La pistola di Auriemma non riuscì a farci perdere quella partita, ma ebbe l'effetto di rovinare il nostro campionato».

La nemesi. Nel giro di pochi mesi la gestione Auriemma fallì e il Giorgione ripartì dalla terza categoria con Egidio Fior e i fratelli Tiziano e Orfeo Antonello al timone. Quest'ultimo oggi ne è il presidente ed è pronto a ritrovare il Padova: «Noi siamo una società nuova e abbiamo dato un taglio al passato», annuncia il patron rossostellato. «Accogliere di nuovo il Padova sarà un bello stimolo e spero che la partita di domenica guardi avanti, allo spirito agonistico del calcio e dello sport, e non vada a rispolverare vecchie ruggini».

Partita vera. Naturalmente sarà una partita e non un simpatico amarcord. Anche perchè il Padova si ritrova a fare i conti con una concorrente alla promozione, l’Altovicentino, che non sembra intenzionata a fare sconti a nessuno.

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