Boninfante vince la Coppa Italia con la Lube: «Per sempre grato al Volley Treviso»
Figlio d’arte del bronzo olimpico Dante, il giovane palleggiatore ha conquistato il primo trofeo da titolare con Civitanova, ma nel suo cuore c’è sempre la Marca

Cresciuto a Frescada di Preganziol a pane e pallavolo, Mattia Boninfante, figlio d’arte di papà Dante, bronzo olimpico a Londra 2012, ha vestito la maglia del Volley Treviso e domenica 26 gennaio è stato protagonista della vittoria della Coppa Italia della Lube, che da due anni era a secco di trofei.
Mattia Boninfante, da Treviso alla Lube cosa si prova ad aver vinto le Final Four di Coppa Italia?
«Sono davvero molto felice, in quel momento a dire la verità c’è voluto un attimo per realizzare tutto quello che era successo. Questa è la prima coppa Italia che vinco in Serie A1 e farlo da titolare con Lube è un traguardo importante per la mia carriera».
Suo padre Dante, bronzo alle Olimpiadi di Londra e oggi allenatore, cosa le ha detto al termine del sfida?
«Era sugli spalti insieme a mia madre e ai nonni ed erano tutti molto contenti. Certo non so quale sia stata la sua prima reazione perché ci siamo parlati solo dopo la premiazione, ma posso dire che sul volto si leggeva tutta la sua emozione».
È stato difficile confrontarsi con un padre così titolato e che, come lei oggi, giocava nel ruolo di palleggiatore?
«Può essere difficile se vengono fatti paragoni in base alle aspettative, ma io personalmente non la vedo e non l’ho mai vista in questo modo. Sono sempre stato molto felice di avere un papà così, da bambino mi divertivo ad andare alle sue partite o a vedere i suoi allenamenti quindi anche in quel caso, crescendo e osservandolo, non ho mai sofferto la pressione dell’essere figlio di un pallavolista anzi ne sono orgoglioso»
Cosa si porta dietro del periodo trascorso nelle fila del Volley Treviso?
«Tanto e non solo dal punto di vista tecnico, che è altrettanto importante, ma soprattutto da quello morale e umano che per me sono determinanti. Mi hanno veramente insegnato la dedizione al lavoro, cosa significhi il rispetto per i compagni e per l’allenatore ed è per questo che sono grato di essere cresciuto a Treviso».
Cosa significa vestire la maglia di una società blasonata come la Lube?
«È una grande responsabilità e anche un orgoglio perché con i miei compagni giochiamo in una delle società più grandi del mondo e siamo felici di aver riportato a casa la Coppa Italia dopo due anni senza trofei».
Tra i tuoi obiettivi ci sono le Olimpiadi di Los Angeles 2028?
«Credo che qualsiasi pallavolista quando decide di giocare sogni di arrivare alle Olimpiadi. Adesso ci siamo appena lasciati alle spalle quelle di Parigi, quindi mancano ancora quattro anni alle prossime, un lasso di tempo in cui veramente tutto può succedere perciò cerco di vivere serenamente questo periodo lavorando al massimo e impegnandomi con tutto me stesso per farmi trovare pronto al 2028».
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