Benetton, cantiere sotto pressione Zatta: «Un bel bagno di umiltà»

TREVISO. Troppo brutto per essere vero. È l’augurio di tutti i tifosi dopo aver visto la prima del Benetton, che ancora fa discutere. Dicono tutto i 28 palloni perduti, in un match con poco possesso: l’ultimo nell’azione disperata oltre l’80’, è stato il simbolo della partita. Uno stillicidio ai militi dell’autolesionismo, soprattutto se si considera che una buona metà sono stati scialati dai “leoni” senza alcuna pressione.
Indizio assai pesante di un approccio mentale sbagliato, aggravato dall’incapacità di riprendere in mano il match nel finale. La consapevolezza che questo roster – certo, con i vari Barbini, Tavuyara, Traorè, Keatley, Zanon, Sperandio, lo stesso Duvenage che ha giocato pochissimo a causa di una contrattura - sarà quello che si giocherà le 23 maglie della lista gara almeno fino alla Champions, autorizzava ad attendersi un atteggiamento più deciso, specie da emerging e permit. Non è stato così.
E non deve stupire se il presidente Amerino Zatta, il giorno dopo, parlava di un «bel bagno di umiltà». Le Zebre, senza strafare ma con tanta più voglia di far bene dei leoni, quantomeno palla in mano, hanno ribadito che quest’anno sarà vietata ogni rilassatezza. Nessuno regalerà niente a Treviso, dopo l’exploit della passata stagione.
Sul piano tecnico, son emerse le lacune della prima linea – alla distanza il pack ha aumentato le sofferenze – ma anche in una mediana che non a caso ha illuminato poco, là dietro, con i il risultato che Sarto e Ioane sono stati innescati più dai recuperi sui calci avversari che da combinazioni dei compagni.
Non c’è molto tempo, perché il 28 c’è “Sua Maestà” Leinster, prima partita vera. Ed è nel rettilineo di partenza che Treviso può puntare a sorprendere ancora e mettere fino in cascina.
Ma servono ben altre basi, anche tattiche, nella gestione di palla e campo. La rivincita di Parma, venerdì al Lanfranchi, diventa già un test da non sbagliare per una squadra ancora in cantiere e con carichi atletici da smaltire per guadagnare freschezza e reattività (impressionante la differenze di velocità con gli emiliani nei rovesciamenti di fronte a campo aperto).
Crowley e staff hanno preso nota. Si riparte dalla difesa e dalla touche, fra le poche cose buone viste dal un pubblico che si attendeva una vittoria beneaugurante, e che è rimasto deluso. Legittimamente
Intanto, a livello societario di registra l’uscita dal consiglio di amministrazione di Bepi Maresio, che vi sedeva da oltre 20 anni. —
A.P.
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