Arrivo e partenza, Giro a Treviso

Le due tappe che toccano la Marca: una per velocisti, l’altra per scalatori coraggiosi
Italian Vincenzo Nibali (R) of Liquigas is followed by compatriot team mate Ivan Basso as he pedals to win the 205-km-long 14th stage of the 93rd Giro d'Italia cycling tour from Ferrara to Asolo, in the province of Treviso, on 22 May 2010. Spanish David Arroyo Duran of Caisse d'Epagne catched the overall leader's pink jersey. EPA/CARLO FERRARO \n
Italian Vincenzo Nibali (R) of Liquigas is followed by compatriot team mate Ivan Basso as he pedals to win the 205-km-long 14th stage of the 93rd Giro d'Italia cycling tour from Ferrara to Asolo, in the province of Treviso, on 22 May 2010. Spanish David Arroyo Duran of Caisse d'Epagne catched the overall leader's pink jersey. EPA/CARLO FERRARO \n

La Rai tivù prende in malo modo totale possesso del Giro. E il Giro, in considerazione della ressa delle notizie domenicali (non si poteva presentare il sabato, come sempre?) finisce in fondo alle pagine dei giornali del lunedì.

Primo investimento sbagliato per la nuova conduzione. Nella sostanza, ovvero nei percorsi, invece, niente da dire: la conoscenza della materia da parte di Mauro Vegni ci regala una corsa umana, con una scansione non schizoide (Zomegnan sembrava punire tutti perchè erano più belli di lui), con un finale in crescendo e prima parte capace di rodare i corridori. Si può essere duri senza godere del dolore altrui.

La Marca avrà un arrivo per velocisti (la partenza della Maratona) a Vedelago. E una partenza-memorial ("Che nessuno se ne impossessi: è tutta a carico nostro", ha spiegato Fausto a Milano) dedicata ad Andrea Pinarello, a Treviso, verso la doppia salita a Pampeago.

Torniamo alla tivù, perchè molti trevigiani si sono incazzati. Nella diretta da via Mecenate grande sfoggio di vicedirettori, intervistatori, inviati, commentatori tecnici (come fossero essi stessi la notizia) e giornalisti stranieri chiamati a commentare - in positivo, of course - ciò (il percorso) che si conosceva ormai da una settimana causa guasto tecnico del web Gasport. Scomparse completamente, invece, le altimetrie dettagliate, la registrazione della prova di ogni tappa fatta in bici. Insomma, una presentazione... senza presentazione. Non fosse servizio pubblico... Come se tutti fossero in possesso della brochure distribuita (il segreto di pulcinella del percorso doveva restare... segreto) tra gli addetti ai lavori negli studi ex-XFactor.

Così vi raccontiamo le tappe trevigiane senza il timore di ripetere il già detto in tivù. La prima (n. 18, 24 maggio) scende da San Vito di Cadore a Vedelago con un percorso che sembra fatto apposta per lenire le ferite fatte dalle rasoiate in salita dei giorni precedenti e dare un ultimo sfogo ai velocisti rimasti. Giù per Tai, Longarone, Pontealpi, Belluno, Santa Giustina, Cesiomaggiore, BuscheVas, Fener, si entra in provincia a Pederobba, giù per Cornuda, Caerano, Altivole, Caselle, Fanzolo e, finalmente, Vedelago. 139 km in tutto.

La seconda, il giorno dopo (tappa numero 19, penultima di montagna) parte da Treviso, sale verso Montebelluna, Fener, Quero, Feltre, Ponte Serra e sale prim-a la Sella di Roa, poi scende a Telve, quindi s'impenna verso i pini del Manghn (2047 m) per poi scendere a Molina di Fiemme, risalendo verso Cavalese, Tesero e Stava e poi sfidare la gravità sull'Alpe di Pampeago, verso il Passo (2009 m.), scendere a Novale e risalire il Lavazè, di nuovo giù per Cavalese e su per l'Alpe, su cui è posto l'arrivo. 197 i chilometri in tutto.

Argomenti:giro d'italia

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