A Treviso la storia di Cristiano: dal buio della malattia agli occhi al triathlon

TREVISO. Seduto al tavolino del bar, è in compagnia di Simone, uno dei suoi angeli custodi. Cristiano Carnevale ha appena finito il suo allenamento in piscina, al Natatorium di Santa Bona. Nella testa e nel cuore del podista, triatleta, classe 1973, c'è il prossimo Triathlon Sprint Silver che si terrà il 19 maggio a Bibione.
Venti chilometri di bicicletta, 5 km di corsa a piedi e 750 metri a nuoto su cui l'atleta, nato a Treviso e residente a Candelù, proverà a misurarsi senza timori, perché lui, “'il toro” come lo chiamano gli amici, ha fatto del coraggio il suo marchio di fabbrica.
Cristiano infatti la sua sfida più grande l'ha già vinta quando diversi anni fa, mentre si trovava su una pista da sci, sulla sua tavola hard da snowboard, ha iniziato a non vederci più. Si è manifestata così la neuropatia ottica di Leber, una malattia incurabile agli occhi, che con il suo arrivo gli ha cambiato per sempre la vita.
«Ho sempre praticato sport, fin da quando ero bambino – racconta – a 6 anni sciavo, una passione ereditata da mio papà Renato, membro dello Sci Club di Maserada. A 8 anni giocavo a tennis, poi è nata la passione per il calcio».
Il lavoro per il triatleta di Candelù inizia presto: a 15 anni inizia a lavorare come metalmeccanico e da allora non ha più smesso. Poi da quella discesa sulla neve in cui «tutto mi sembrava bianco e tutto appariva piatto» dice, il mondo di Cristiano è cambiato. Lo sport diventa quasi un lusso: «Per un po' di anni ho abbandonato l'idea. Poi a 24 anni grazie a un amico che faceva jujitsu e che si era offerto di accompagnarmi in palestra ho praticato arti marziali».
Segue un nuovo stop, ma le cose cambiano quando gli amici di Candelù Simone e Neno lo coinvolgono in una corsa speciale: la MoohRun. È la seconda edizione della corsa muccata, la partenza è da San Vendemiano. A guidarlo c’è Alessandro. I due amici corrono con un laccetto al polso, affiancati. «Una bellissima esperienza, il clima di festa mi ha totalmente coinvolto», ricorda Cristiano che da quel momento non ha più smesso di correre e grazie all'UICI (Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Treviso) tutti i sabati dalle 15 alle 16.30 si allena, fino ad arrivare a compiere gli allenamenti in pista a San Biagio con Teresa e Tiziano, i suoi coach.
I successi non tardano ad arrivare tanto che nel 2019 ai campionati italiani di Atletica Indoor Fispes che di Ancona ha guadagnato il 1° posto sui 1500 metri e il 2° negli 800. Un risultato che conferma le doti atletiche di Carnevale che sempre nel 2018 era arrivato ad occupare le terza posizione rispettivamente nei 400 e 200 metri.
Gli allenamenti in vasca sono iniziati l'anno scorso dall'incontro con Tommaso Lodde (premiato nel 2018 come miglior atleta dell'anno alla festa del Triathlon Veneto di Asiago) che gli fa scoprire la passione per il triathlon, la specialità olimpica che unisce nuoto, ciclismo e corsa.
«Ci siamo incontrati al Venice Night Trail dell'anno scorso e dopo la corsa a cena mi ha detto: “Cristiano, ti va di fare qualcosa di serio?” Ho risposto di sì e mi ha detto di contattarlo quando sarei stato pronto. Il 22 settembre a Jesolo ho fatto il mio primo triathlon». Non sente la fatica, trova sempre la forza di andare avanti, anche nei momenti più faticosi della gara: «Il desiderio di raggiungere il mio obiettivo è più forte e poi ho con me degli angeli custodi, uno di loro è proprio Tommaso».
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