A Treviso il coach disabile che allena il volley: «Batto il mio deficit con tanta passione»

Coach Francesco Cancian, 29 anni, soffre di spasticità. Ha guidato i baby del Villorba, ora allena il Conscio

TREVISO. Con determinazione e forza di volontà, nulla è impossibile. Queste due qualità potrebbero descrivere Francesco Cancian, un ragazzo di Villorba che ha appena compiuto 29 anni, impiegato in un ufficio amministrazione e che fin dalla nascita soffre di spasticità: «Paradossalmente, manca ossigeno nella parte destra del cervello, quella che prende le articolazioni e quindi non funzionano nella maniera più consona».

Francesco ha sottolineato questo "paradosso" perché è un allenatore di pallavolo e, tra l'altro, quest'anno è riuscito a portare il Gruppo Sportivo Conscio, di Casale sul Sile, alla storica promozione nella serie A1 mista del campionato Open del CSI di Treviso.

«Sono molto competitivo nelle cose che faccio. Con piccoli accorgimenti si può superare questo deficit, non è una cosa insormontabile», spiega Francesco, che inizialmente non avrebbe mai pensato di diventare un coach di volley.

Le sue passioni erano e sono il calcio, la pallacanestro e lo sport in generale. Poi la svolta. Grazie a un suo insegnante: «Il mio ex professore di tecnica della scuola media mi ha chiesto di andargli a dare una mano in palestra. Così ho cominciato come garzone, raccattapalle, portando i cesti pieni di palloni e poi, pian piano, dopo un anno così, mi ha proposto di fare il corso di allenatore. Ho cominciato con la manovalanza per poi imparare la tattica e le dinamiche di gruppo, che valgono per tutti gli sport», racconta il suo avvicinamento al mondo della pallavolo.

«Il mio docente mi diceva di prendere il più bravo della squadra e di dirgli che cosa fare, per mostrarlo agli altri», e così Francesco non ha nulla da invidiare ai propri colleghi allenatori: «Bisogna sapere cose teoriche e saperle spiegare bene. Nel Conscio ci sono ragazzi che hanno giocato ad alto livello in passato e, quindi, quando chiedo di mostrare un palleggio o un bagher, prendo un giocatore, lo metto nella posizione corretta e faccio fare a lui».

In questo modo Cancian è riuscito nel miglior modo ad abbattere ogni ostacolo: «Seppur si pensi che sport e disabilità corrano su due binari diversi, sui binari paralimpici». Il Gruppo Sportivo Conscio, una squadra amatoriale mista, formata da ragazzi e ragazze che vanno dai 20 ai quasi 40 anni, è stata solo l'ultima tappa di un percorso che vanta molte soddisfazioni: «Quest'anno abbiamo raggiunto la serie A1. Nel Villorba, ho portato due volte alle semifinali provinciali i ragazzini dell'under 13 e dell'under 15».

Però, se a Francesco si chiede la gioia più grande, non parla di grandi vittorie o di trofei, ma di forti emozioni che nascono dal basso e dopo un lungo e duro lavoro: «Quando ho lasciato il Villorba sono stato un anno fermo. Poi, con il mio vice Gianpaolo Cattarin ci siamo rimessi in discussione, io in primis ne avevo voglia, volevamo nuove sfide e siamo ripartiti dal Gruppo Sportivo Conscio. Non era facile, dopo un anno fuori dai giochi e con molti dubbi perché non conoscevamo la squadra. Il primo anno abbiamo fallito l'obiettivo della promozione, adesso ci siamo riusciti. Quindi, questa è la maggior soddisfazione, c'è stata una rivalsa, anche se il livello sembrerebbe basso».

Eppure, le emozioni non hanno categoria, come ci tiene a sottolineare Francesco: «È più emozionante vivere una partita come quest'anno, contro la squadra dei Vigili del Fuoco e quella degli Infermieri, con cui ci siamo giocati la promozione: è più importante vivere delle emozioni in prima persona, rispetto a vedere passivamente la tua squadra del cuore. È un po' come il film Momenti di Gloria: non è importante se vinci o se perdi, ma quello che provi mentre hai corso».

Lo guardo di Francesco è già rivolto al futuro e ai prossimi obiettivi: «Adesso vediamo che squadra facciamo per la serie A1, sicuramente sarà un'altra sfida importante perché è ancora un campionato ignoto e proveremo ad avvicinarci pian piano a San Donà e Fontane, che sono tutt'ora sono inarrivabili.

Nel primo anno vorrei una salvezza tranquilla, e poi vedremo, perché c'è un ottimo margine per costruire, grazie al nostro presidente Andrea Tondato, al mio piccolo contributo e a quello del mio vice. Speriamo che Conscio possa avere un futuro roseo». 


 

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