Stelio Pizzolato, l’uomo che coccola le api

Volontario e tuttofare, da quarant’anni è un punto di riferimento per Ponzano e la Marca in materia di apicoltura: «La natura è la mia passione: cerco di trasmettere ai bambini l’amore che merita di ricevere»

Ubaldo Saini
Stelio Pizzolato al lavoro con le sue arnie
Stelio Pizzolato al lavoro con le sue arnie

A Ponzano, e in tutta la Marca, è noto soprattutto per le sue doti di apicoltore. Il miele è ottimo, ok, ma non solo: quando qualcuno si trova nei guai con le api, arriva lui e risolve la situazione. Definire Stelio Pizzolato solo un apicoltore è fuorviante, talmente tante sono le attività a cui si è dedicato nella vita.

Forse il termine più adatto si cela nel significato del suo nome: “colonna” o “pilastro”. Classe ’57, la sua vita non è stata tutta rose e fiori: «Anche se risiedo a Paderno, ci tengo a precisare che sono di Merlengo. Ho trascorso i primi anni di vita nella casa di famiglia, allo svincolo della Postumia. Erano davvero altri tempi, le strade non erano nemmeno asfaltate e ho visto il progresso passo dopo passo. La mia infanzia non è stata semplice, ho perso mio padre per un incidente sul lavoro quando avevo solo 8 anni. Così rimasi con mia madre e le mie due sorelle maggiori».

L’esempio di sua madre?

«Magnifico. La passione per il volontariato l’ho presa da lei. Lavorava al Toulà, ma quando tornava a casa faceva di tutto: aggiustava bici, acconciava capelli, andava a fare le iniezioni, allevava animali. E cercava di crescere i figli meglio che poteva. Tutti dovevamo dare una mano, io avevo la passione per i motori e volevo fare il meccanico. Così sono andato a scuola a Lancenigo, poi ho cominciato a fare il collaudatore di impianti e macchinari».

Un lavoro che l’ha portata in giro per il mondo.

«Tre anni in Francia, ma anche Indonesia, Inghilterra, Spagna, Portogallo. Ho viaggiato tanto lavorando per la storica Berga di Quinto, poi negli ultimi anni lavorativi sono stato responsabile di una ditta di Cimadolmo che produceva pellet».

Ora si gode la pensione?

«Sono sempre impegnato in mille attività di volontariato. Ho sempre fatto parte dei gruppi parrocchiali. Finché non credi veramente non ti esponi. La fede mi guida nel donarmi agli altri. Sono stato nei gruppi di avviamento al battesimo e al matrimonio, faccio parte del gruppo lettori. Tutto è partito da mia madre. L’ho persa quando avevo 32 anni, posso ben dire di conoscere cos’è il dolore, ma sono soprattutto grato della fortuna di averla avuta come esempio».

Da 40 anni fa parte di APoMi, l’associazione Ponzano Miele. Ce la racconta?

«La natura è una mia passione fin da quando ero giovane. Ora che ho qualche anno in più cerco di trasmettere ai bambini la conoscenza della natura e l’amore per essa. Ogni anno, tramite l’associazione, organizziamo degli incontri con le scuole per sensibilizzarli. Partecipiamo anche alle giornate ecologiche, anche se sono una sconfitta».

Perché?

«Non ci dovrebbe essere bisogno di farle. Se tutti facessero la loro parte, non ci sarebbero mozziconi di sigaretta o rifiuti gettati a terra. Invece ogni due settimane nella zona del Parco Urbano raccolgo tanti rifiuti. Ho anche fatto aggiungere dei cestini, anche se non sono la soluzione: bisogna partire dal basso, da un’educazione più consapevole dei bambini».

I bambini sono sempre molto curiosi. Quali sono le domande più frequenti?

«Vogliono capire e vedere com’è organizzato un alveare. Ho costruito un espositore che le mostra al lavoro in totale sicurezza per i bimbi. E loro subito alla ricerca della regina, ne sono affascinati. È lei la più desiderata di tutte. Ma non bisogna dimenticare le altre dell’alveare. Il grosso del lavoro lo fanno le operaie: decidono vita, morte e miracoli dell’alveare».

Non solo api: fa anche delle lezioni di sicurezza stradale nelle scuole?

«Sì, per tutte le classi quinte del comune di Ponzano. Organizziamo tutto tramite il Velo Club Bianchin, del quale sono stato anche presidente nell’anno del 50º anniversario, e per i bambini organizziamo ancora lezioni spiegando la segnaletica stradale e raccontando la storia della bici, con tanto di spiegazioni del mezzo meccanico ed effettuando un percorso assistito con 200 bambini che partecipano a rotazione».

La bici del resto è una sua grande passione.

«Ho sempre trovato grande piacere nel fare fatica. La salita è l’essenza del ciclismo, e penso di aver fatto tutte quelle più importanti. Lo Zoncolan su tutte, anche se credo che le Tre Cime di Lavaredo siano il paradiso in terra. Fino a una quindicina di anni fa percorrevo anche 8 mila km all’anno. Strada o cronometro, quando sono in bici mi sento libero».

Un’altra sua passione è stata la pallavolo.

«Scoperta a Pordenone grazie ad un amico col quale poi ho fatto il militare a Maserada. A Treviso ho avuto la fortuna di vedere all’opera Kim Ho-Chul, un palleggiatore favoloso, ma anche un opposto micidiale come Fomin, col quale ho legato molto al punto che sono andato a trovarlo in Russia. Ero presidente della sezione locale di Ponzano del Sisley Club e ho vissuto gli anni più belli della pallavolo maschile a Treviso».

Ci racconta un aneddoto?

«A ogni partita andavo nella curva degli avversari a conoscere qualcuno. Tifavo sempre pro, mai contro, e ho ricevuto anche dei premi fair-play. Ho partecipato a trasferte mitiche, una volta siamo andati a Cuneo per una finale scudetto e siamo tornati alle 4 di mattina. Alle 6. 30 era già ora di andare in azienda. C’era un bel rapporto coi giocatori, ricordo con particolare piacere Tofoli, Gravina, Farina e Papi con i quali ci sentiamo ancora».

Tornando al tema api, quali sono stati i suoi “salvataggi” più importanti?

«Anche qui i ricordi sono tanti, di recente sono stato a Lanzago e a Zero Branco perché si erano formati degli alveari in due abitazioni. Ma forse il caso più importante è stato al cimitero di Camalò qualche anno fa. Si era formato un alveare in una zona complicata da raggiungere e avevano dovuto chiudere il cimitero per due giorni. Poi tutti salvi, in primis le api».

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Chi è

Stelio Pizzolato, classe 1957, è una colonna portante della comunità di Ponzano ma è conosciuto in tutta la Marca: il cognome ha origine all’inizio dell’800. Sposato dal 1982 con Grazia, ha tre figli: Stefano, Sara e Sabrina. Già ciclista, è l’attuale presidente del Velo Club Bianchin, fa parte dell’associazione Ponzano Miele da trent’anni. È apicoltore da quarant’anni.

Grande appassionato di natura, con l’hobby del ciclismo, collabora tra le altre con l’associazione Per Voi, fondata da Alessio Bedin, occupandosi del trasporto di anziani e disabili.

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