Una mostra per celebrare Simon Benetton e la sua arte del fuoco
Nel 2026 l’esposizione celebrativa nella sede di Treviso, in zona Sant’Artemio, per il decennale della morte dell’artista spazialista. In mostra le sue opere e per la prima volta anche le poesie, previsti spettacoli di giocolieri con il fuoco

“Il grande fuoco di Simon Benetton” e “La poesia diventa arte” sono le due mostre celebrative che nel 2026 animeranno il museo Simon Benetton di Treviso, in occasione del decennale dalla morte del grande artista spazialista trevigiano. A darne l’annuncio il direttore del museo, Artur Valerio, domenica pomeriggio, 4 maggio, a margine dell’affollata inaugurazione della mostra “Incontro aureo” che ospita le opere di Andrea Vizzini e Peter Weber in dialogo con le sculture di Benetton, a cura di Roberta Gubitosi.
«È la prima volta che il museo si apre ad artisti contemporanei – spiega Valerio – nel solco della visione del maestro Simon Benetton, che avrebbe voluto questo spazio, dove una volta sorgeva il suo studio, come un luogo di incontro e di relazione. A marzo abbiamo inaugurato una mostra sulla Divina Commedia, con l’intervento del dantista Gian Domenico Mazzocato e l’esposizione della scultura di Benetton “L’inferno di Dante e dell’uomo moderno” accanto alle rappresentazioni grafiche della Divina Commedia di Salvador Dalì, aprendo l’annata che ci porta verso il decennale. Nel 2026 infatti sono previste due importanti mostre inedite: “Il grande fuoco di Simon Benetton”, per valorizzare la sua pratica scultorea con la fusione del ferro, che vedrà anche spettacoli di giocolieri con il fuoco, e la prima esposizione dedicata alle sue poesie, che saranno stampate su grandi tele e proposte come opere d’arte pittorica».
Il museo, allestito in una suggestiva architettura brutalista degli anni Settanta in zona Sant’Artemio, è stato aperto nel 2018 e, per volere dei famigliari, diretto da Valerio, già curatore di Simon Benetton, che ne gestisce la conservazione delle opere: un’ottantina tra sculture e pitture e l’archivio storico dei suoi scritti poetici.
«L’eredità artistica del maestro è dettata dalla leggerezza come metafora della vita – continua Valerio - domando il ferro Simon Benetton ci dice che le situazioni pesanti devono essere risolte per dare un’armonia al tutto. Simbolo ne sono le grandi sculture nel parco, create in simbiosi con la natura, e l’opera del 1970 “Pagine della nostra vita”, in cui ci sono esseri umani leggeri, sospesi come un afflato musicale, accennato dalla presenza di un’arpa».
Fino al 4 giugno, oltre alle creazioni di Benetton, si potrà ammirare anche la mostra temporanea su Vizzini e Weber, due artisti accomunati da una profonda ricerca sulla geometria e sull’armonia delle forme. Il primo presenta una selezione di lavori recenti dalla serie “Black & White Room”, in cui ambienti architettonici enigmatici si alternano tra luce e oscurità, riflettendo sul tempo, sulla conoscenza e sull’eredità della storia dell’arte. Weber propone invece una serie di lavori in feltro, materiale caldo e compatto della tradizione nordica, utilizzato per creare strutture tridimensionali.
Il museo è sempre aperto gratuitamente su prenotazione chiamando il tel. 348.249316, la mostra temporanea è aperta dal lunedì al venerdì ore 15-18, con visite guidate previste il sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30.
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