Chef stellati e perle del territorio: «La cultura è anche quella del palato»

La gastronoma Anna Maria Pellegrino sarà al festival “La giusta distanza” nei borghi delle Prealpi trevigiane

Elena Grassi
La gastronoma Anna Maria Pellegrino
La gastronoma Anna Maria Pellegrino

La cultura è anche cultura del palato. Parola di Anna Maria Pellegrino, gastronoma, autrice e presidente dell’Associazione Italiana Food Blogger, che sarà ospite al festival “La giusta distanza” – di cui la Tribuna è media partner – diretto da Mirko Artuso, dal 4 all’8 luglio tra Cavaso, Segusino, Valdobbiadene, Miane, Follina, Cison di Valmarino e Revine Lago. Oltre agli eventi di teatro, musica, letteratura e camminate, ogni sera è prevista una degustazione di prodotti tipici del territorio, raccontata da Pellegrino e dalla collega Serena Turrin (prenotazione a tutti gli appuntamenti: prenotazioni@teatrodelpane.it e tel/whatsapp 3803842008).

 

Pellegrino, quale sarà il suo ruolo nel festival?

«Sarò la cantastorie dell’incontro tra piccoli produttori del territorio e chef rinomati per valorizzare le eccellenze enogastronomiche locali. Con la spettacolarizzazione del cibo nei programmi televisivi ci siamo dimenticati che i protagonisti principali sono coloro che trasformano un raggio di sole in una susina o un pascolo in un formaggio e ci permettono di nutrire il corpo ma anche l’anima, perché il cibo è sempre un atto culturale».

 

Chi sono i noti chef che lei presenterà?

«Il 4 luglio sul monte Tomba alle 20.45 ci saranno Piergiorgio Siviero e Andrea Rossetti, mentre il 5 luglio alle 20 a Milies di Segusino arrivano Nicolò Rubinato e Alberto Toè. Quattro professionisti di ristoranti stellati che si confronteranno con prodotti particolari, come il tartufo del Grappa o la fonduta di S-Cek, formaggio tipico a pasta molle di Segusino».

 

Come si articoleranno questi incontri?

«Il curatore della sezione degustazioni del festival è Filippo Bano, selezionatore e collettore tra gli chef e i produttori, che grazie a questi eventi avranno una ribalta diversa e originale per farsi conoscere dal pubblico. Ad esempio ci sarà la Malga Gasparini, che realizza il morlacco con cui Siviero farà un risotto, oppure l’azienda agricola Solcodritto che produce la farina di mais biancoperla con cui Rossetti creerà un croccante di polenta da mettere nel piatto delle rape al sale con uova. Il pubblico scoprirà come ingredienti consueti possano essere reinterpretati con sguardo diverso».

 

Quali sono i prodotti del territorio più interessanti da comunicare?

«Tutti lo sono, dipende da come un prodotto viene individuato e raccontato dallo chef e poi compreso dal commensale. Il dessert dalla gelateria Gimmy di Feltre sarà un semifreddo con crumble di biscotti al mais, burro salato e ricotta fresca con ribes o mirtilli. Sembra semplicissimo, ma in realtà si apre un mondo di stagionalità e competenza. Vorremmo creare curiosità nell’assaggiare i piatti e speriamo anche la voglia di realizzarli».

 

Perché è importante valorizzare i cibi locali?

«Perché recuperare un prodotto significa recuperare anche un luogo. Scegliere un formaggio spalmabile di una multinazionale piuttosto che una robiola del contadino ci fa perdere parte della nostra cultura e del nostro passato, di cui tutti siamo responsabili».

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