Mirko Artuso alla Giusta Distanza: «Le arti che ci salvano»

L’attore e regista trevigiano, presenta il festival di cui è ideatore e direttore artistico. Si terrà nei borghi delle Prealpi trevigiane dal 4 all’8 luglio

Elena Grassi
Mirko Artuso
Mirko Artuso

Dal 4 all’8 luglio 2025 torna il festival “La giusta distanza” nei luoghi più suggestivi delle Prealpi Trevigiane con teatro, musica, cinema e letteratura che si intrecciano alla tutela del paesaggio e alla valorizzazione dell’enogastronomia locale. La Tribuna di Treviso è media partner della kermesse, che ci viene presentata dal suo ideatore e direttore artistico, l’attore e regista trevigiano Mirko Artuso.

 

 

Artuso, il festival giunge quest’anno alla sua sesta edizione, quali sono gli ingredienti magici di questo successo?

«Direi la tenacia del sottoscritto, di chi ci lavora, tra cui i collaboratori del Teatro del Pane e gli artisti che nel tempo hanno sposato l’idea, e di chi lo sostiene, come le aziende e le amministrazioni comunali. Dialogo è la parola chiave, perché si tratta di un festival che non viene calato dall’alto ma nasce proprio dalla condivisione di ideali e prospettive».

 

Quali ideali?

«Il grande rispetto per l’ambiente: quest’anno il territorio che coinvolge gli eventi del festival parte da Cimagrappa e arriva fino al Pian delle Femene, passando per i borghi di Miane, Follina, Cison di Valmarino e il Passo San Boldo. Mostriamo agli spettatori angoli meravigliosi di questi Comuni, aprendo alla possibilità di un turismo alternativo, lento ed esperienziale».

 

Per quanto riguarda invece l’enogastronomia?

«Come sempre, oltre ad attraversare questi territori, ne faremo conoscere anche i produttori locali. Arriveranno chef d’eccellenza con esperienze stellate in tutta Europa, chiamati a misurarsi con prodotti di allevamento e coltivazione. I loro piatti saranno offerti al pubblico e saranno introdotti da Anna Maria Pellegrino, presidente dell’Associazione Italiana Food Blogger e Serena Turrin, divulgatrice dei prodotti tradizionali».

 

Come si apre il festival?

«Continua la collaborazione con il progetto Atlante delle Rive di Marco Paolini, che il 4 luglio alle 19.30 ci racconta “Bestiario Idrico” nella meravigliosa cornice alle pendici del Monte Tomba. Un viaggio tra territorio e corsi d’acqua, in omaggio ai due fiumi che ho camminato, il Piave e il Brenta, per arrivare il prossimo anno ad includere anche spettacoli sul Tagliamento, che ho seguito a piedi due anni fa».

 

Quali altri nomi ci aspettano?

«Massimo Cirri e Lucio Cavazzoni che dialogheranno tra loro, prima dello spettacolo di Paolini, sui temi della sostenibilità, della biodiversità, della cura della terra e dell’ambiente. Cirri è lo storico conduttore di Caterpillar su Rai Radio 2 e Cavazzoni è stato il grande precursore dell’apicultura e dell’agricoltura biologica, fondatore di Alce Nero. Poi avremo gli scrittori Paolo Malaguti e Daniele Zovi, l’attrice di cinema e teatro Maria Roveran e soprattutto tante donne».

 

Come mai quest’attenzione al femminile?

«Perché il nostro ambiente, quello dello spettacolo, parla bene e razzola male, caratterizzandosi per un forte sbilanciamento a favore degli artisti maschi senza un’equa valorizzazione delle donne, quindi ho voluto che metà delle presenze sul palco fosse femminile. Oltre alla Roveran avremo un’altra nota attrice, Marta Zoboli, Rita Pelusio, Beatrice Niero, Anna Marcato, Isabella Girardini, e molte altre».

 

Qualche curiosità? «La residenza artistica itinerante, in collaborazione con Lago Film Fest, che permetterà a due videomaker selezionati tra cinquanta candidati provenienti da tutto il mondo, di creare due cortometraggi sul festival, lo spettacolo Notturni della compagnia Teatro x Tutti dedicato al mondo onirico di Dino Buzzati in scena sul Passo San Boldo, e le passeggiate del “cammino di cinque giorni”, che partirà dalle pendici del Monte Grappa, lungo un tratto del sentiero europeo E7, attraverserà i piccoli borghi della valle del Piave fino ai laghi di Revine».

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