La signora di Asolo che parla alle orchidee, e le sa anche guarire

Asolo. Una mostra mercato oggi e domani a Villa Razzolini Loredan ci saranno le splendide piante di Gabriella Boso
Borghesi Fonte Alto Gabriella Boso e le sue orchidee
Borghesi Fonte Alto Gabriella Boso e le sue orchidee

ASOLO. «Guarda che se non fai i fiori ti metto fuori al freddo!». Hanno proprio un bel caratterino queste orchidee e pensare che la signora Gabriella Boso, tra le colline asolane, ne coltiva più di 3mila. «Certo che parlo ai miei fiori, sono delle creature straordinarie e prendermene cura è una vera passione» spiega Gabriella che, oggi e domani, sarà tra gli espositori della Mostra mercato internazionale di Orchidee botaniche ed ibride a villa Razzolini Loredan di Asolo. La due giorni, promossa dall'Associazione Triveneta Amatori Orchidee presieduta da Ivan Marcassa, inaugurerà oggi alle 9,30.

Durante la manifestazione, oltre ad ammirare splendide piante, ci saranno incontri a tema e la premiazione degli esemplari più belli. Tornando alla serra di Gabriella a Fonte Alto: sembra un piccolo angolo di foresta Amazzonica, l'aria calda e umida avvolge la pelle non appena si entra e la musica indiana di sottofondo accompagna la meraviglia. Belle e vanitose le orchidee sono spiriti liberi, nulla a che vedere con le piante tradizionali, sempre così composte dentro ai loro vasi. Nel caso della specie cara a Gabriella tutte le convinzioni del botanico vanno riviste: le radici compiono acrobazie nell'aria, le infiorescenze sbocciano pure a testa in giù e quando meno te l'aspetti esplodono in forme aliene. Il bianco punteggiato di viola accesso, il rosa che vira al rosso fuoco, il giallo tempestato d'arancione.

«Ho iniziato con un regalo, una di quelle orchidee che si trovano anche al supermercato. Sono rimasta colpita dalla particolarità del fiore. Così è cominciata la “follia” di volerle collezionare» spiega. Lo scambio con altri appassionati, qualche acquisto dal Sud America, la continua ricerca di bellezza. «Ogni pianta è diversa per colori e profumi che sprigiona, alcune odorano di cannella, altre di miele o violetta. Altre ancora, invece, puzzano terribilmente, ciascuna è unica a modo suo».

La preferita di Gabriella è la Stanhopea dalle infiorescenze giallo screziato. «Un paio d'anni fa ho avuto la fortuna di vedere un bocciolo che vibrava, mi sono messa a fissarlo, dopo qualche minuto il fiore si è aperto, è stato entusiasmante assistere a questo piccolo miracolo della natura». Ad abitare la serra asolana Cattleya dai petali carnosi, Masdevallia con petali allungati, Restrepia dal fiore solitario e molte altre specie. Delicate come farfalle possono crescere come vogliono e quando stanno poco bene, vengono addirittura ricoverate su un tronco che funge da ospedale delle orchidee, dove godono di attenzioni speciali per scacciare muffe e parassiti. «Dedico alle mie piante un paio d'ore al giorno, la domenica, invece, tutta la giornata. Indubbiamente la stagione più impegnativa è la primavera, perché devo fare i rinvasi di corteccia».

Nessun fertilizzante chimico viene adoperato, a combattere gli ospiti indesiderati c'è una piccola colonia di raganelle e, fino a qualche tempo fa, pure un pettirosso che andava ghiotto di zanzare. «Mi piacerebbe trasmettere questa passione a mia figlia ma anche a chi mi conosce». Per sei anni Gabriella ha insegnato al Cfp di Fonte, lavorando con i ragazzi in formazione guidata dentro alla piccola serra della scuola, con le orchidee della sua collezione. «I miei alunni hanno molto apprezzato il contatto con la terra. È importante preservare la natura in un'epoca in cui l'uomo spesso distrugge la biodiversità. Mi piacerebbe diffondere questo messaggio». E chi non ha il pollice verde? «Per coltivare le orchidee basta amarle e loro ti ruberanno il cuore».
 

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