La saga familiare degli Scaligeri per la serie tivù in salsa veneta

Un thriller storico con scene d’azione e suggestioni dal mondo del fantasy, che s’ispira alla saga dei “Medici”, incrocia i film di Harry Potter e punta alla seduzione narrativa di “La casa di carta”. Queste le premesse della serie tivù “Scaligeri”, che sarà girata a metà 2021 e vede tra i produttori Officine Veneto di Treviso, accanto alle società padovane Eriadorfilm e Cinema Key e alla veronese Ahora Film, capocordata. Il progetto è stato presentato ieri alla Mostra del cinema di Venezia dalla produttrice trevigiana Cristina Magoga con Marco Pollini, regista, produttore e ideatore della serie. «Gireremo in Veneto 8 episodi da 52 minuti per la prima stagione», ha spiegato Pollini, «con un budget previsto di 5 milioni di euro, la serie è pensata per la distribuzione in piattaforma, la qualità deve essere elevatissima: Netflix e Amazon sono i nostri primi interlocutori». L’incipit vede i cinque protagonisti, Bartolomeo, Can, Florio, Leo e Albu, che si costituiscono in una gang culturalmente elevata e dall’animo nobile per contrastare il commercio illegale di oscuri trafficanti d’arte. L’obiettivo è introdursi nel caveau della loro villa e scoprire quali tesori siano stati trafugati per riprenderli. La missione riesce a metà: oltrepassati i sistemi di sorveglianza i nostri raggiungono il caveau, ma ne restano intrappolati. Riusciranno a uscire grazie a un magico manoscritto che li riporterà però nel passato, tra le gesta e gli intrighi della dinastia veronese. «Le piattaforme cercano serie sulle saghe familiari, pensiamo al successo che hanno avuto i “Medici”», continua Pollini, «Ci siamo accorti che sugli Scaligeri è stato fatto solo qualche documentario, quindi si tratta di un argomento nuovo e interessante se pensiamo che Dante Alighieri passò per Verona in quel periodo e la tragedia di Romeo e Giulietta in una prima idea di Shakespeare si sarebbe dovuta ambientare nel 1300, quando i Della Scala erano al massimo fulgore». Il cast non è ancora definito, ma trapelano nomi illustri. «Ci piacerebbe avere tra i protagonisti Luca Argentero, Claudio Ammendola e Nicola Nocella, ma stiamo costruendo i personaggi, quindi per il momento non abbiamo avanzato proposte agli artisti», conclude Pollini, «Ci saranno attori veneti e tutta la troupe tecnica sarà arruolata dal territorio». Di sicuro ci sarà in scena Stefano Pesce, l’attore bolognese socio di Cristina Magoga in Officine Veneto, che supporterà il progetto anche in fase di sceneggiatura. «La caratteristica vincente della serie è la coesistenza di due epoche», commenta Pesce, «il presente e il secolo scaligero e questo doppio piano della narrazione ci apre a un respiro europeo, verso un mercato internazionale». Nel Trevigiano si cercheranno location per gli interni e per le ambientazioni in collina, ma anche la villa veneta, set della prima puntata, potrebbe essere selezionata nella Marca (da villa Barbaro a Maser alla Tiepolo Passi di Carbonera, a villa Emo di Vedelago). Magoga ha fatto il punto sul corto “Tre Visi” girato a Treviso: «Siamo al montaggio e poi lo candideremo al festival di Berlino: la protagonista tedesca Alice Stiebitz, svilupperemo la sceneggiatura per un lungometraggio tra Treviso e Monaco di Baviera». —
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