I Ministri: «Diciamo “Fidatevi” l’Italia può somigliare a Milano»

l’intervista/1Protagonisti ieri sera sul palco Sun68 dell’Home Festival, dove hanno portato i brani dell’ultimo album in studio, “Fidatevi”, i Ministri, una delle rock band italiane di maggior...
BORGHESI AG. FOTOFILM TREVISO HOME FESTIVAL APERTURA INTERVISTA GRUPPO -MINISTRI-
BORGHESI AG. FOTOFILM TREVISO HOME FESTIVAL APERTURA INTERVISTA GRUPPO -MINISTRI-

l’intervista/1

Protagonisti ieri sera sul palco Sun68 dell’Home Festival, dove hanno portato i brani dell’ultimo album in studio, “Fidatevi”, i Ministri, una delle rock band italiane di maggior successo degli ultimi anni, si sono raccontati nel pomeriggio durante un rilassante pre concerto.

Per l’ennesima volta siete all’Home; cosa apprezzate di più dell’evento?

«Siamo a dir poco felici, questa è la quarta volta. L’Home è a tutti gli effetti una creatura unica in Italia, anche se si è spesso tutti un po’ troppo presi dal fattore meteorologico: dovremmo imparare dai grandi festival internazionali. C’è un concerto? Ci si va, e se piove, pazienza. D’altra parte stiamo parlando ancora di Woodstock, quasi cinquant’anni dopo, certo non perché ci splendesse il sole» .

Il titolo del vostro ultimo album è esplicito: di chi ci dobbiamo fidare?

«Fidarsi è uno dei principi basilari della vita. La regola base è ricominciare, sempre e comunque: dopo un tradimento, una sconfitta o una caduta si deve avere la forza di risollevarsi per affidarsi alle mani di qualcun altro. Non facciamo nomi e non entriamo troppo in questioni politiche d’attualità: “fidatevi” è un principio generale da applicare a 360 gradi, con grande cura» .

Da habitué del palco dell’Home a ipotetici spettatori: chi vorreste applaudire, da fan, nella prossima edizione e quale musica ascoltate attualmente?

«Tra gli artisti italiani sicuramente i Verdena, che vediamo come fratelli maggiori. Sono una band davvero importante. Ma anche i Bluvertigo; anche l’hip-hop ha un bello slancio vitale. Per gli ascolti: da James Blake a Bon Iver fino ai Nothing But Thieves, ma pure tutto quello che passano le radio».

Come sta cambiando la vostra amata Milano?

«Dai tempi della Moratti sono cambiate fortunatamente molte cose: da città dormitorio Milano è diventata un modello, una meta ambita grazie al bel lavoro di Pisapia e Sala. Sarebbe bellissimo se, per molti versi, tutta l’Italia somigliasse a Milano». —

TO. M.

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