Da Treviso a Mosca, Marco Carrer ammesso al Bolshoi

La giovane promessa della danza ha 16 anni. È l’unico italiano ad avere superato la selezione

TREVISO. È il suo primo passo per una carriera da sogno, così prestigiosa che potrebbe rubare la scena persino al gran finale da favola del film inglese “Billy Eliot” ispirato alla storia vera del ballerino britannico Philip Mosley, un talento della danza classica che fin da bambino, in barba ai pregiudizi, sognava di diventare ballerino. Si chiama Marco Carrer la giovane promessa della danza classica trevigiana.

Ha 16 anni, è allievo del Center Study Ballet di Dosson dove abita con la famiglia ed è studente del linguistico Galilei di Treviso. A ottobre volerà in Russia per entrare a far parte della prestigiosa “Bolshoi Ballet Accademy”, l’Accademia di danza del Teatro Bolshoi di Mosca, dopo aver superato a luglio l’audizione che gli ha aperto le porte di uno dei più blasonati templi del balletto classico al mondo: «Avere un allievo che viene ammesso a 16 anni alla celebre Accademia del Bolshoi mi riempie di gioia e di orgoglio – dice la sua insegnante di danza Rosita Noviello, direttrice della scuola Center Study Ballet di Dosson che ha seguito Marco fin dai primi passi – Ho visto Marco crescere e la sua passione e il tuo talento crescere insieme a lui».



Marco ha iniziato a danzare a quattro anni. Un po’per gioco. E un po’per necessità. Visto che fu un pediatra a consigliare ai genitori per il loro bambino il balletto come ginnastica dolce. Per provare a rafforzare la corretta postura delle punte dei suoi piedini. Ma quello che all’inizio doveva essere soltanto un gioco salutare è diventata la sua passione più grande. Che lo ha portato a scoprire tutto il suo talento per il balletto classico: «Si è allenato sempre con tenacia e dedizione – dice di Marco la sua maestra di danza – È arrivato persino a chiedermi le chiavi della scuola nei giorni di Natale e Pasqua per potersi preparare».

Non certo un gioco da ragazzi. Visto che ancora in Italia, a differenza di altri Paesi in Europa, per i maschietti la danza classica resta ancora una scelta minoritaria. Quasi il ruolo del ballerino – con le sue caratteristiche ben definite dall’arte della danza classica che lo esaltano sia nel sostegno della ballerina che nei virtuosismi di potenza e forza muscolare tutta al maschile – fosse invisibile: «Purtroppo non ci siamo ancora liberati di certi pregiudizi che vedono nel balletto classico un’arte più adatta alle ragazze piuttosto che ai ragazzi – spiega l’insegnante che sempre ha allenato Marco – L’età più difficile è il passaggio dalla scuola elementare alle medie. I ragazzi che continuano restano purtroppo delle mosche bianche. All’estero invece sono molti di più i giovanissimi che scelgono di studiare danza classica. Un’arte che comunque richiede disciplina, regole ferree, dedizione e che non permette distrazioni. Marco ha la fortuna di avere dei genitori che hanno subito capito la sua bravura e lo hanno sempre sostenuto a coltivare il suo sogno».

A 14 anni Marco ha capito che per lui la danza era molto più di un gioco. E poteva permettersi di puntare in alto. Così ha iniziato ad allenarsi per le audizioni nelle più importanti accademie di balletto d’Europa. Per averlo tra le sue giovani promesse di talento quest’anno si era fatta avanti anche la Balletschule del teatro di Basilea. Ma dopo aver saputo di aver superato l’audizione al Bolschoi Marco ha detto subito sì a Mosca dive continuerà il liceo, frequentando la scuola di danza fino al diploma. Marco è l’unico tra le giovani promesse della danza in Italia ad essere ammesso quest’anno nel vivaio della prestigiosa accademia.
 

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